Rifiuti a Pustarza, l'Irpinia rischia l'emergenza

Altri tredici camion da Tufino e Battipaglia nella discarica. Oggi il ricorso di Sibilla al Tar
11 luglio 2011 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

L’amministrazione provinciale di Avellino conferirà oggi alle 8 all’avvocato Giancarlo Viglione - accompagnato dal legale di Palazzo Caracciolo, Giancarlo Galietta -, come già fatto nell’ottobre 2010, l’incarico di contrastare davanti al Tar del Lazio l’ordinanza del governatore Stefano Caldoro con la quale è stato disposto il conferimento dei rifiuti trattati in alcuni impianti Stir campani nella discarica di Pustarza per cinque giorni. Il presidente Cosimo Sibilia si allinea ai presidenti di provincia di Caserta e Benevento. Sperando in un pronunciamento favorevole da parte del Tar, magari già nella giornata, intende scoraggiare per il futuro provvedimenti analoghi. La tesi dell’amministrazione provinciale di Avellino, confermata dal presidente Sibilia e dall’assessore all’Ambiente, Domenico Gambacorta, conferma la posizione che Palazzo Caracciolo espone ormai da mesi: non si deve andare oltre la quota di solidarietà, vale a dire possono bastare 250 tonnellate al giorno; diversamente tra tre mesi a entrare in crisi sarà proprio l’Irpinia. C’è, infatti, a Pustarza una capienza residua per la terza vasca, ma non è ancora disponibile la quarta, che potrebbe essere realizzata entro l’inizio del 2012. Sempre che effettivamente vengano erogate le risorse promesse. Ad ogni modo, prima che si pronunci il Tar, è probabile che si trovi conclusa anche questa nuova fase di conferimenti alla discarica di Pustarza, così come a quelle di Sant’Arcangelo Trimonte e San Tammaro. Gambacorta consegna tutta la sua amarezza: «Noi abbiamo mantenuto gli impegni presi con l’accordo sottoscritto il 4 gennaio a Palazzo Chigi, non si può dire lo stesso per gli altri». Ieri mattina, nonostante la giornata festiva, allo sversatoio di Savignano sono arrivati sei compattatori dall’impianto di Tufino e sei da quello di Battipaglia, per sversare un totale di circa 360 tonnellate. Esattamente la replica di quanto avvenuto sabato. I conferimenti procederanno da oggi a ritmo più intenso, nell’impianto arriveranno i rifiuti trattati a Pianodardine. Le operazioni di sversamento finora si sono svolte nella massima tranquillità, nonostante la presenza in discarica sabato scorso dell’Arpac , dei Carabinieri del Noe di Salerno e dei tecnici del Comune di Savignano. La Polizia di Ariano, che ha il compito di pattugliare il territorio, non ha dovuto fronteggiare alcuna situazione particolare. I tir finora hanno rispettato i percorsi imposti dalla struttura regionale per l’emergenza rifiuti. Non mancano, ovviamente, le proteste e le prese di posizione degli amministratori locali e degli ambientalisti, ma di sicuro non c’è alcun intento di mobilitare, come negli anni addietro, i residenti. Per il sindaco di Savignano Ciasullo, infatti, «si ripete un rituale senza che le amministrazioni comunali possano fare alcunché». «Le decisioni - sostiene - vengono comunicate all’ultimo momento. Non possiamo fare altro che continuare a gestire i controlli e a contrastare eventuali conferimenti difformi dai protocolli sottoscritti. Ma nulla di più. Quando la discarica sarà esaurita, qualcuno dovrà immaginare per la provincia una soluzione alternativa. Non voglio credere che si possa puntare su un ampliamento dell’attuale sversatoio». Gli ambientalisti con Anselmo la Manna hanno annunciato, infine, di voler essere presenti questa mattina prima davanti ai cancelli dell’Irisbus a Flumeri per solidarizzare con gli operai della fabbrica e successivamente nei pressi dell’area di Flumeri dove si raduneranno i sindaci per evidenziare che «emergenza rifiuti e crisi occupazionale sono le due facce di una stessa medaglia». «Il territorio - spiega La Manna- è abbandonato a se stesso. Non c’è tutela per il territorio e nemmeno per i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro dopo il passaggio di proprietà dello stabilimento. Di questo passo i giovani saranno costretti solo ad andare altrove. Non credo che con gli sversatoi ci sia un futuro».

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