Ritorsione delle Province, bloccati gli stir: isole in ginocchio
Ischia e Procida verso il caos
Doveva essere la giornata della ripresa, ma le difficoltà sono tutt’altro che superate, soprattutto per le isole del golfo che rischiano di vivere giornate nere. Dopo l’ordinanza del governatore Caldoro che permetteva il deposito della frazione umida degli stir di Giugliano e Tufino nelle discariche di Avellino, Benevento e Casersta, la tensione è salita alle stelle. E all’improvviso è diventato difficile, praticamente impossibile per la Provincia di Napoli sversare in due dei tre stir della Campania dove finora in base all’accordo del 4 gennaio venivano portati i rifiuti. L’impianto di Santa Maria Capua Vetere è stato chiuso dalla società provinciale casertana in seguito a un guasto ai motori. Si era già guastato la settimana scorsa e all’inizio di giugno. A fine mese, invece, i capannoni erano stati bloccati dalle manifestazioni dei dipendenti dei consorzi di bacino che non avevano ricevuto lo stipendio dalla società provinciale. Per far riaprire i battenti Cesaro ha autorizzato la Sapna, la società della provincia di Napoli, a pagare di tasca proprio i lavoratori casertani. Due milioni di euro da sottrarre ai conti ancora in sospeso con la società provinciale. Quello di ieri è l’ennesimo stop: lo stir funziona a singhiozzo da molti mesi e le continue chiusure hanno già più volte mandato in crisi il sistema campano. Il nuovo fermo i rischia di mettere in ginocchio Capri, Ischia e Procida nel pieno della stagione turistica: le isole portavano la spazzatura proprio a Santa Maria Capua Vetere e in queste ore stanno esaurendo anche le capacità dei siti di trasferenza che hanno permesso finora di tamponare la crisi. Il contemporaneo stop all’impianto di Casalduni, che riceveva 250 tonnellate dalla provincia di Napoli crererà difficoltà alla penisola sorrentina, l’altro gioiello del turismo campano. La società provinciale di Benevento, Sannio ambiente e territorio ieri infatti ha chiuso ai conferimenti da fuori provincia. Dovrebbe, invece, essere utilizzabile l’impianto di Pianodardine. Gli amministratori avellinesi, infatti, per il momento hanno rinviato la decisione sul possibile fermo degli sversamenti. Ieri erano a Roma per studiare il ricorso che stamattina sarà presentato al Tar insieme a quelli che arriveranno da Caserta e da Benevento. La sentenza è attesa in giornata o nelle prime ore di domani. Se desse ragione alle Province si rischia il caos. La spazzatura è invece stata regolarmente sversata a sant’Arcangelo Trimonte: la Provincia aveva deciso di chiudere la discarica, ma le forze dell’ordine l’hanno fatta riaprire e così hanno potuto depositare l’immondizia tutti i tir provenienti da Napoli. A fine giornata più di ottocento tonnellate di rifiuti di Napoli erano state conferite nelle tre discariche di S.Arcangelo Trimonte (Benevento), Savignano Irpino (Avellino) e San Tammaro (Caserta). Ma oggi il consiglio provinciale beneventano si riunirà proprio nella discarica di Sant’Arcangelo e questo potrebbe far precipitare la situazione napoletana che ieri aveva fatto registrare un lieve miglioramento. A terra c’erano circa 1600 tonnellate di spazzatura, cinquanta in meno del giorno precedente. Un’inversone di tendenza importante secondo il presidente dell’Asìa, Raphael Rossi. Se, però, non sarà possibile portare in discarica la frazione umida che ingombra gli stir di Tufino e Giugliano, gli impianti collasseranno nuovamente e il sistema andrà in titl. E i cumuli torneranno a crescere. Nella notte tra sabato e domenica sono stati una decina gli interventi dei vigili del fuoco tra Napoli e Provincia.