«Napoli ci trascina nel baratro i giudici ci daranno ragione»
Sulle barricate, «ma solo quelle della legge» tiene immediatamente a precisare. Perché la battaglia di Zinzi contro il diktat della Regione che impone lo sversamento a Maruzzella di 400 tonnellate al giorno di immondizia napoletana per cinque giorni, è politica e giudiziaria e lui un uomo delle istituzioni e non un agit-prop.
Presidente gli sversamenti di Napoli, anche se con un giorno di ritardo, sono iniziati, e tutto fa pensare che proseguiranno... «Ci battiamo con le armi che abbiamo, nel rispetto più rigoroso della legalità: lunedì presenteremo il ricorso al Tar e siamo fiduciosi che, com’è successo l’altra volta, i giudici ci daranno ragione. Essendo un ricorso con procedura d’urgenza il tribunale potrebbe esprimersi anche in giornata».
C’è chi dice: quante storie per un po’ di rifiuti. Cosa risponde? «Anzitutto la storia dei nostri rapporti con Napoli ci ha insegnato che, in casi come questi, bisogna essere diffidenti. D’altra parte se la provincia di Napoli in due anni non ha saputo o potuto trovare soluzioni, niente lascia sperare che la situazione si possa capovolgere in pochi giorni. E poi scaricando i suoi problemi sulle altre province della Campania, quella di Napoli rischia davvero di trascinarle nel baratro».
Possibile? «L’impianto di San Tammaro per noi, in questa fase, assolve a un compito strategico, tutto il lavoro che stiamo facendo in termini di programmazione sul ciclo rifiuti rischia di saltare perché ci verrà a mancare un anello».
C’era secondo lei un altro modo per tamponare il disastro napoletano? «Sì, e per questo dico che quello di Caldoro è un atto di arroganza. Di fatto è stata scartata l’ipotesi Terzigno, capace di accogliere ancora 35mila tonnellate. Dopo la resistenza opposta dalla gente del posto si è deciso che lì avrebbero sversato solo i comuni vesuviani, vietando da allora l’impianto a Napoli. Come dire: la popolazione casertana deve accettare i sacchetti di Napoli mentre abitanti della stessa provincia possono dire di no».
De Magistris ha dichiarato alle agenzie che San Tammaro non presenta problemi né allarmi, dalle notizie in suo possesso... «Ma che ne sa De Magistris di come stanno le cose? Da quello che leggo fa tanta confusione...» E la solidarietà, dove la mette? «Sul nostro territorio ci sono ancora migliaia di tonnellate di rifiuti provenienti da Napoli e che stanno ancora lì, in attesa di essere rimossi. Continuare in questo modo sarebbe suicida sia per noi che per Napoli».
Perché Caserta è la prima soluzione che viene in mente di fronte ai problemi del capoluogi regionale? «Perché siamo il territorio più vicino a Napoli, e poi per una consuetudine antica, basata sulla presunzione di trovarsi di fronte ad un’isola felice». E non è così? «La nostra migliore situazione ce la stiamo sudando, non ci piove dal cielo. Il consiglio che possiamo dare agli altri è uno solo: fate come noi».