Il presidente della Giunta regionale Caldoro ieri sera ha firmato un’ordinanza nonostante le proteste

Arivano 500 tonnellate a Sant'Arcangelo

S'ipotizza uno sversamento per cinque giorni consecutivi
Aceto: l'impianto non regge
9 luglio 2011 - e.m.
Fonte: Il Mattino Benevento

Anche il Sannio aveva detto no a recepire i rifiuti napoletani. Un no motivato da una situazione di emergenza in cui versa la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte. Ma ieri sera il presidente della Giunta regionale il governatore Stefano Caldoro ha firmato l’ordinanza che obbliga le Province ad accogliere l’immondizia di Napoli e Salerno. Il via libera arriva «ai sensi dell’articolo 1, comma 7 bis della legge numero 1 del 24 gennaio 2011, a seguito del mancato conferimento avvenuto successivamente al dispositivo rafforzato, predisposto giovedì - informa una nota di Palazzo Santa Lucia - Preso atto della permanenza di condizioni di criticità, derivanti dalla non autosufficienza del sistema di gestione del ciclo delle province di Napoli e Salerno, Caldoro ha predisposto i conferimenti con ordinanza negli impianti delle province di Avellino, Benevento e Caserta». A Benevento arriveranno 100 tonnellate al giorno di umido tritovagliato presso la discarica di S. Arcangelo Trimonte. Un conferimento che dovrebbe durare per cinque giorni. A far presente alla Regione l’impossibilità ad accogliere questi rifiuti è stato l’assessore provinciale all’ambiente Gianluca Aceto che ha inviato una nota al Coordinatore della programmazione della Gestione rifiuti presso la Regione Campania Raimondo Santacroce. «In relazione alla nota - scrive Aceto - con cui si richiede la disponibilità a ricevere 100 tonnellate di Frazione Umida Tritovagliata presso la discarica di Sant’ Arcangelo Trimonte per 5 giorni, si precisa che la discarica è attualmente sotto sequestro giudiziario, in attesa dei lavori di messa in sicurezza del versante, notoriamente in frana, nonché degli esiti degli approfondimenti dei monitoraggi ambientali in corso.Inoltre attualmente risulta in parziale esercizio solo il lotto uno, le cui residue capacità sono ormai ridottissime e costringeranno anche la Samte, a breve, a conferire fuori regione. Un apertura che è stata resa possibile solo da un’ordinanza del Presidente della Provincia, tesa a scongiurare che l’emergenza scoppiasse anche nel Sannio nelle forme, che, purtroppo, investono in particolar modo il napoletano. A fronte di tale assunzione di responsabilità, nei giorni scorsi, è pervenuta una nota del Direttore generale del Ministero dell’Ambiente, la cui ratio profonda sembra di difficile comprensione, ma che sicuramente non dà un contributo alla risoluzione dei problemi». «In ogni caso - conclude la nota dell’assessore Aceto - il sito subirà un fermo tecnico per aprirei lavori per la messa in sicurezza e durerà diversi mesi. Per questi motivi, pur ringraziando per la correttezza usata nei confronti di questa Provincia, siamo impossibilitati ad accogliere la richieste». La nota dell’assessore Gianluca Aceto è stata inviata anche al Presidente e all’assessore all’ambiente della Regione Campania, ai presidenti delle cinque Province campane e agli Amministratori delle Società provinciali per la gestione dei rifiuti. Ma non ha evitato che scattasse l’ordinanza. E ieri sera l’assessore Aceto appresa la notizia dell’ordinanza ha commentato: «non è possibile che per colpe altrui si creino le condizioni per un disastro nel Sannio. Non è insensibilità nei confronti del dramma napoletano, tanto è vero che è stata espressa solidarietà a Caldoro. Il problema è che Sant’Arcangelo non può reggere a nuovi conferimenti: del resto lo stesso sindaco di Napoli non ha mai parlato del Sannio per il trasferimento dei rifiuti della sua città».

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