Cumuli in strada 150 tonnellate in più ogni giorno

Caos a Soccavo, Fuorigrotta e Pianura
Al collasso gli Stir di Tufino e Giugliano
9 luglio 2011 - Silvio B. Geria
Fonte: Il Mattino

Rimane sempre critica la situazione dell’emergenza rifiuti in città. Ormai sono trascorsi cinque, dieci giorni, settimane, mesi dall’esplodere della situazione e sembra impossibile che tutto ritorni nella normalità. E la «normalità» è sempre più un miraggio lontano che nasconde una tragica realtà: continuano infatti ad aumentare i rifiuti per le strade di Napoli. Le giacenze stimate ieri ammontavano a 1.580 tonnellate, un incremento rispetto a giovedì di 180 tonnellate. È quanto si apprende dall’Asìa, l’azienda speciale del Comune addetta all’igiene della città. Nella notte di giovedì sono state conferite 504 tonnellate negli impianti di Giugliano e Tufino. «Facciamo sforzi enormi - ha commentato Raphael Rossi, presidente di Asìa - ma ogni giorno lasciamo a terra tra le 100 e le 150 tonnellate. Non sappiamo dove andare a sversare». Intanto, una situazione di grande criticità si registra a Fuorigrotta. «È una zona che sta soffrendo abbastanza - ha concluso Rossi - Dobbiamo risollevare un po’ la situazione del quartiere». E non si fermano i roghi nelle strade dei rifiuti giacenti: sono stati oltre venti i cumuli dati alle fiamme nella notte di giovedì: la maggior parte degli interventi dei vigili del fuoco sono stati messi in atto a Castellammare di Stabia, Giugliano ma anche nel centro storico di Napoli. Ancora una volta, insomma, come sempre negli ultimi 15 anni, le zone centrali respirano un po’ di più rispetto alle periferie, dove la situazione è giudicata «difficile». Tra l’area Nord, cioè Marianella, Piscinola, Miano Scampia e Secondigliano; l’area Ovest, Fuorigrotta, Soccavo e Pianura, e l’area Est, a San Giovanni, Barra, Ponticelli, sono circa oltre mille le tonnellate di rifiuti ancora in terra. La raccolta procede a rilento poiché gli impianti, proprio quelli di Giugliano e Tufino, come ricordava il presidente dell’Asìa Rossi, accoglierebbero un quantitativo minore di rifiuti al giorno, perché in via di saturazione. E dal sindaco di Giugliano Giovanni Pianese (Pdl) arriva un alt: «Più che nuove discariche a noi servono le bonifiche, anche in considerazione del fatto - dice sempre Pianese - ho dovuto firmare un’ordinanza per la chiusura di 12 pozzi che servivano per l’irrigazione dei campi». Pianese ricorda che «a Giugliano oltre alle discariche sature, c’è anche un impianto Stir e molto probabilmente nella stessa struttura ci sarà anche un sito di compostaggio». Intanto, estremamente difficile e drammatica si presenta la situazione anche in provincia e particolarmente nell’area settentrionale, a Pozzuoli e Quarto, dove molte strade sono completamente sommerse dai rifiuti. Una situazione che sembra senza soluzione, e se continua così resteranno a Napoli soltanto quarantotto ore di autonomia. E dopo? Continuerà e si aggraverà ancora più l’emergenza rifiuti. Lo aveva già detto, e scritto, Giovanni Perillo, il direttore tecnico di Sapna, la società della Provincia di Napoli per la gestione del ciclo dei rifiuti. Perillo in una lettera inviata al presidente della Provincia, al governatore Caldoro, al prefetto di Napoli, al ministero dell’Ambiente ed alla Protezione civile scriveva: «Se non si sbloccano i trasferimenti fuori Regione o se non si trova immediatamente una soluzione alternativa, giovedì 7, gli Stir della provincia avranno raggiunto la capacità massima, saranno saturi e saremo costretti a chiudere gli stabilimenti e a interrompere i conferimenti. Chiudiamo tutto. E a quel punto sarà un problema della Protezione civile». La situazione non è migliorata, anzi. Se si considera, come ha precisato Rossi, che rimangono in strada, ogni giorno, dalle 100 alle 150 tonnellate di rifiuti perché non si sa dove sversarle, tra dieci giorni i rifiuti accumulati si incrementeranno di altre 1500 tonnellate. Un disastro, più che una emergenza. Tenendo presente che l’arrivo del caldo peggiorerà ancor più la situazione col rischio sanitario, bisognerebbe trovare una soluzione subito. Invece continua il balletto delle responsabilità e del dove trasferire la nostra spazzatura. E dopo? Abbiamo creato un ciclo «perverso» dei rifiuti a Napoli: una emergenza perenne che si trascina da oltre dieci anni.

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