Caos rifiuti, cinque giorni per salvare Napoli
Cinque giorni appena per evitare di ricadere di nuovo nella crisi. Lo sa bene il governatore Stefano Caldoro che ieri mattina senza tanti giri di parole illustra la situazione durante l’incontro della Conferenza Stato-Regioni. Lì, nell’assise, il governatore campano e il collega dell’Emilia Vasco Errani chiedono di procedere sul punto in riservata: rimangono solo i presidenti. E l’intesa si raggiunge. Perché Caldoro annuncia il provvedimento che si formalizzerà poi alle 19: l’ufficio flussi di palazzo Santa Lucia emana un dispositivo «rafforzato», subito operativo, per svuotare gli stir di Giugliano, Tufino e Caivano. I materiali stabilizzati andranno nelle discariche di San Tammaro (Caserta), Savignano (Avellino) e Sant’Arcangelo Trimonte (Benevento). In questo modo gli stir potranno lavorare il tal quale proveniente da Napoli e l’hinterland. Una boccata d’ossigeno in attesa degli ok, previsti oggi, da parte di almeno tre regioni, a cominciare proprio dall’Emilia, ad accettare i trasferimenti. Un’intesa raggiunta tra mille difficoltà. Ma non tutto potrebbe filare liscio come l’olio. «Nella discarica di San Tammaro non entrerà nemmeno un sacchetto di spazzatura proveniente da Napoli», tuona il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi (Udc). Poi aggiunge: «Non possiamo accogliere i rifiuti di Napoli perché in tempi rapidi la nostra provincia andrebbe in grave emergenza». Reazioni messe già in conto da Caldoro che in questa partita, più che di spada, ha giocato abilmente di fioretto. E oltre a sanare tensioni conta sui primi trasferimenti per dare una boccata d’ossigeno alla macchina rifiuti. Momento delicato, basta poco perché tutto s’inceppi nuovamente. Ma il governatore è fiducioso. I colleghi hanno avuto le necessarie rassicurazioni e tra oggi e lunedì dovrebbero arrivare gli assensi, annuncia sempre Caldoro, da Sicilia, Puglia, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Trentino Alto Adige e Lombardia. Anche se dal Pirellone ieri tuona l’ assessore all’urbanistica con delega ai rifiuti, il leghista Daniele Belotti: «La Lombardia non smaltirà i rifiuti napoletani. Altro che accordi con 8 regioni: vuol dire che saranno 7». C’è poi la partita della modifica del decreto legge. «Il provvedimento non risolve l'emergenza nel metodo e nel merito», spiega Caldoro con l’appoggio dell’assise delle regioni. Poi spiega: «Ha ulteriormente complicato le cose visto che in precedenza, ad esempio, la Campania conferiva rifiuti in Sicilia senza nullaosta. Tutto ciò con il provvedimento risulta essere stato modificato e ciò rende assai più complicata la soluzione della vicenda». Non ci sta il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo: «Stupisce che Caldoro condivida il parere negativo della Conferenza delle Regioni sul decreto e contestualmente annunci che, proprio in forza di quel decreto, dalla prossima settimana importanti quantità di rifiuti lasceranno la Campania alla volta di altre regioni che si accingono a concedere il nulla osta». È l’ennesimo tempo della stesso match. Così come nella commissione rifiuti di Montecitorio dove non si presenta per l’audizione il sindaco de Magistris scatenando le ire della Lega e del centrodestra («per farli venire faremo presiedere la commissione da Santoro», ironizza il pdl Franco Stradella). Vengono però ascoltati Caldoro («si profila il rischio di una nuova fase acuta», dice) e i presidenti Zinzi e Cesaro. «Ho chiesto espressamente - spiega il presidente della Provincia di Napoli Cesaro - che in sede di conversione in legge del decreto possa essere aggiunto un articolo che preveda il riconoscimento dei ristori ai comuni».