La rivolta dei sindaci: «Denunceremo IrpiniaAmbiente»

Giuditta guida gli amministratori: "Non ci stiamo a passare come i responsabili della sua crisi"
5 luglio 2011 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

Nessun mea culpa. Gli amministratori non ci stanno a passare per i responsabili di una crisi finanziaria che rischia di portare al collasso il comparto rifiuti in provincia. Non solo respingono le accuse, ma passano pure al contrattacco nei confronti di «IrpiniAmbiente», accusata di portare avanti un’azione poco trasparente, che non vede in alcuna maniera coinvolti i sindaci. È il primo cittadino di Summonte, Pasquale Giuditta, a rappresentare la posizione degli enti locali che «non possono diventare solo esecutori di pagamenti ma devono essere maggiormente coinvolti». «Sono stato - evidenzia l’ex deputato - tra i maggiori sostenitori della scelta di costruire un soggetto pubblico per la gestione dei rifiuti. Comincio, però, a ricredermi: ”IrpiniAmbiente” procede con un atteggiamento che non ha nulla a che fare con il suo ruolo pubblico». La ventilata possibilità di ricorrere al Tribunale amministrativo per richiedere il pagamento - da parte dei Comuni - delle numerose fatture inevase ha mandato su tutte le furie il sindaco di Summonte. «Un approccio completamente sbagliato - aggiunge Giuditta - che conferma la distanza e la rottura che ormai esiste tra la società e gli enti locali: è necessaria una seria riflessione che coinvolga il parlamentino provinciale. Alla provocazione di ricorrere al tribunale o del commissariamento siamo pronti a rispondere alla stessa maniera». È un fiume in piena Giuditta che, però, tiene a ribadire non solo che «il mio Comune è debitore di una cifra minima», ma anche che «la mia non è affatto una battaglia personale: non si possono attaccare in continuazione gli enti locali». Il primo cittadino illustra nel dettaglio i motivi delle sue rimostranze. «Il problema di ”IrpiniAmbiente” - dice - è quello di pareggiare i conti lasciando ai sindaci l’incombenza del confronto diretto con i cittadini e con le fatture che lievitano sempre più senza alcuna spiegazione. Tra l’altro, i vertici della società hanno redatto un piano industriale che prevede un netto incremento dei costi, ma ancora non lo attuano. Il continuo rinvio della fase operativa da parte del soggetto unico di gestione crea seri problemi ai comuni: a questo punto non sarebbe da escludere la nomina di un commissario ad acta per la gestione di ”IrpiniAmbiente”». Giuditta ribadisce di aver chiesto più volte, senza ottenere risposta, spiegazioni e documentazioni. «Vorremo sapere - chiosa - quali sono i criteri alla base della fatturazione, ma anche come avvengono gli affidamenti alle società private per i trasporti. È necessario avviare una discussione tra le parti e concordare un’azione comune: non è immaginabile che la società lavori senza affanni solo per pareggiare i conti, mentre i comuni, che stanno vivendo una situazione drammatica, sono costretti a svolgere solo il ruolo di enti erogatori di fatture sempre più alte mantenendo il confronto con i cittadini che, a giusta ragione, chiedono spiegazioni». L’aspro confronto sembra destinato, dunque, ad aprire una partita che appare tutt’altro che di facile risoluzione. Le parti restano assai distanti: da un lato la società chiamata ancora a lavorare per riunire in un unico sistema tutte le numerose componenti del complesso comparto provinciale dei rifiuti, dall’altro i Comuni che si ritrovano solo a incassare i fondi della tassa per trasferirne la gran parte - l’unica eccezione è rappresentata dai costi per lo spazzamento che resta, in molti casi, in capo agli enti locali - alla società provinciale di gestione del ciclo integrato.

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