"Consorzi: risposte subito o ci diamo fuoco"
A quasi un anno dalla firma di quello che, dal loro punto di vista, è senz’altro stato un accordo-beffa, tornano altissimi i toni della protesta degli ex dipendenti dei Consorzi di bacino Bn1, Bn2 e Bn3. Ieri si è infatti registrata l’occupazione simbolica dei locali del Centro formazione professionale della Regione Campania al viale Mellusi. Una iniziativa finalizzata a smuovere le acque e le coscienze, dal momento che neanche le diffide spedite il 24 giugno dai commissari liquidatori ai sindaci dei comuni aderenti ai consorzi hanno sortito gli effetti sperati, ovvero il reintegro degli operatori e il pagamento delle spettanze arretrate. Alcuni dei manifestanti si sono anche cosparsi di alcool, minacciando gesti clamorosi e ovviamente pericolosi se anche l’ennesima mobilitazione fosse sfociata nel nulla. Così non è stato, per fortuna. Sul posto sono intervenuti sia il sindaco Fausto Pepe che Luigi Barone, portavoce della parlamentare del Pdl Nunzia De Girolamo. Barone ha anche contattato il consigliere regionale Luca Colasanto che, sentito Pepe e acquisita la disponibilità a trovare tutte le possibili soluzioni per porre fine al disagio economico degli ex lavoratori, ha convocato per mercoledì 13 luglio una seduta d’audizione con gli assessori regionali al Lavoro e all’Ambiente, Severino Nappi e Giovanni Romano. All’incontro, si legge nel volantino dei manifestanti ”indignati & organizzati”, come loro stessi si definiscono, sarà invitata anche una delegazione di lavoratori, oltre al presidente della Provincia Aniello Cimitile, ai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil e ai tre commissari liquidatori. «Speriamo - sottolineano - che l’intervento della Regione sia finalmente risolutivo di una snervante vertenza che ha ridotto alla disperazione 127 famiglie». Perché «sono 12 mesi che i 127 dipendenti dei consorzi di bacino, che per dieci anni hanno effettuato la raccolta differenziata in provincia di Benevento, non percepiscono lo stipendio né la Cassa integrazione in deroga, con notevoli difficoltà economiche, psicologiche e sociali. Questa assurda emergenza - accusano gli ”indignati & organizzati” - è stata determinata dall’illegale e illegittima espulsione dal lavoro, e gli attori principali di questa tragedia sono i sindaci che, solo nella nostra provincia, hanno creato una miscela ad alta concentrazione per un conflitto sociale esplosivo e permanente». «Sono necessari opportuni approfondimenti - ha dichiarato in merito Barone - di una vicenda che non nasce certo oggi ma che affonda le sue radici nelle passate amministrazioni regionali e locali. L’analisi della vicenda sarà comunque avviata già nella seduta di audizione di mercoledì alla quale col presidente Colasanto, che ha già assicurato il suo personale impegno, prenderanno parte anche le autorità comunali e provinciali sannite. La seduta di mercoledì sarà dunque l’occasione per analizzare l’annosa e spinosa questione e cominciare a valutare la possibilità concreta e non teorica di dare, attraverso un percorso politicamente condiviso, un futuro a 127 famiglie sannite a cui va la sincera e personale solidarietà del presidente Colasanto che da sempre ha avuto particolare attenzione per le loro difficoltà».