Piano cave, via libera a cinque mini-discariche «Operative entro l’anno, altrimenti salta tutto»
Cinque cave dismesse nel territorio della provincia di Napoli, questi i siti dove andare a sversare i rifiuti che appestano il capoluogo e appunto la provincia. Questo è venuto fuori dal lunghissimo vertice in Regione di ieri sera fra il governatore Stefano Caldoro, il presidente della Provincia Luigi Cesaro, il commissario straordinario per l’impiantistica Annunziato Vardè e l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano. È il piano della Campania per l’emergenza rifiuti, il segnale da dare al resto del Paese per incentivare la solidarietà delle altre regioni. Vale a dire che in Campania e a Napoli nessuno è fermo e tutti sono pronti a fare la loro parte. Nella nota diffusa al termine del vertice si precisa, che queste aree «sono situate nel territorio napoletano in distinte aree geografiche omogenee in grado di garantire, una volta realizzate entro l’anno, la piena autosufficienza della città e della provincia di Napoli fino alla realizzazione dell’impiantistica necessaria per il ciclo e comunque per almeno quattro anni». Buchi dove smaltire almeno uno-due milioni di tonnellate di rifiuti. «È evidente - prosegue la nota - che fino alla realizzazione dei siti di smaltimento sarà indispensabile avvalersi dei conferimenti fuori regione così come previsto dal decreto legge. Il commissario Vardè, in base ai nuovi poteri previsti dal decreto, procederà rapidamente agli adempimenti previsti per la realizzazione degli impianti e delle discariche». Dove si trovano i siti? Sono collocati nell’area a nord di Napoli, nel nolano e nella zona vesuviana. Questo l’indirizzo uscito dal vertice. Dopo avere fatto i necessari test sulle cave si capirà se saranno necessarie anche delle minidiscariche. Quante sono le cave in provincia di Napoli? 113. Ora bisogna capire se le cinque individuate sono attrezzabili in tempi relativamente brevi, ovvero 3,4 mesi. Il vicesindaco e assessore all’Ambiente Tommaso Sodano sulla vicenda mostra soddisfazione per il varo del piano ma lancia l’allarme. «Ora che c’è un piano - attacca Sodano - bisogna che fin da oggi ci si consenta di andare a sversare i rifiuti fuori regione, dare seguito subito alle intese già avviate con la Liguria, la Sicilia, l’Emilia, perché la situazione sta cominciando a diventare critica. I siti di trasferenza a e quelli di stoccaggio sono ormai prossimi alla saturazione. Abbaimo meno di 48 ore di agio, poi la città tornerà a essere invasa dai rifiuti. E questo non ce lo possiamo permettere». Sodano ha ricevuto dalla Sapna, la società provinciale che si occupa degli impianti il quadro della situazione. Ecco perché chiede che già da oggi qualche mezzo possa partire per andare fuori dalla Campania Più in generale la ricognizione - attualissima - fatta sulle cave riguarda tutta la Campania e le cose stanno così. Ci sono 1501 cave, 264 sono attive mentre 1237 sono abbandonate, abusive o dismesse. Di esse 691 risultano certamente abbandonate, prive di vincoli amministrativi o obblighi per gli ex gestori e dunque utilizzabili in tempi brevi. In particolare, in provincia di Caserta vi sono 409 cave inattive - delle quali 280 abbandonate - inserite in un piano di recupero ambientale dal commissario di Governo. Ora 124 sono utilizzabili subito e danno una disponibilità di 34 milioni di metri cubi per accogliere materiali inerti e no. Complessivamente sul territorio campano si trovano 71 siti nella provincia di Avellino, 73 in quella di Benevento. A Caserta ce ne sono 280, 113 appunto nella provincia di Napoli e 154 nel salernitano. Dunque 124 sono teoricamente già pronte per accogliere materiale inerte o da inertizzare.