Provincia al collasso: roghi e 15mila tonnellate in strada
Calce viva sui cumuli a Gugliano
Circa 15mila tonnellate di rifiuti non raccolti, decine di roghi d’immondizia che riempiono l’aria di veleni. Sono questi i numeri della crisi che mette in ginocchio la provincia di Napoli. Anche ieri i vigili del fuoco sono stati impegnati in un duro lavoro per domare le fiamme, con un boom di interventi soprattutto nell’area nord: spazzatura in fiamme a Giugliano, Pozzuoli, Afragola, Caivano, Mugnano, Sant’Antimo e lungo l’asse mediano, mentre sull’altro versante dell’hinterland il maggior numero di chiamate arrivava da Boscoreale. A Melito non è stato sufficiente l’uso dei vigili urbani come «guardiani» dei cumuli - il servizio è stato diasposto fino a mezzanotte dal sindaco Venanzio Carpentieri - per scongiurare l’ennesimo rogo. In fumo la discarica (abusiva) ai confini con Scampia che accoglie sacchetti, cartoni e avanzi di lavorazione industriale, dal pellame ai collanti. All’area si può accedere attraverso la circumvallazione esterna, e a poco serve la presenza di un cancello scorrevole che nessuno si prende più il disturbo di chiudere. Qui entrano camion per scaricare ogni giorno e ogni notte. E quando l’immondizia va in fumo, come è accaduto ieri, parlare di bomba ecologica è perfino riduttivo. «Metteremo in campo tutte le risorse a nostra disposizione – dichiara il sindaco Carpentieri - per tutelare la salute dei cittadini». La polizia municipale sta visionando i filmati delle telecamere per identificare gli autori dello sversamento illecito. A Giugliano prosegue l’opera di disinfestazione della spazzatura abbandonata con ammonio e calce viva. «Da una prima stima - si legge in un comunicato del Comune - le 2mila tonnellate non raccolte stanno già diminuendo. Sabato sono state rimosse e conferite allo stir 250 tonnellate; la situazione è nettamente migliorata in via Ripuaria, via Madonna del Pantano e via Antica Giardini». Da Portici si leva la voce del sindaco Vincenzo Cuomo: «L’appello del presidente Napolitano affinché tutte le istituzioni facciano la loro parte e lavorino in uno sforzo comune deve essere accolto e messo in pratica. Al di là delle fazioni politiche e degli interessi di parte, non si può più nascondere la polvere sotto al tappeto. Tra l’altro, alla crisi rischia di aggiungersi il caos: la fine di quest’anno segnerà l’entrata in vigore della norma che dà alle Province il compito della raccolta e dello spazzamento. La preoccupazione è che si venga a creare una babele di competenze e responsabilità che renderà ancora più difficile dare le risposte che tutti i cittadini si aspettano». Altra piazza incandescente, Castellammare. I cumuli di immondizia, che ormai hanno superato il livello di guardia e rendono difficile perfino l’accesso all’ospedale San Leonardo, viaggiano di pari passo con le polemiche. I comitati civici annunciano per sabato prossimo una fiaccolata di protesta e puntano il dito contro l’amministrazione, colpevole - secondo il loro parere - di incapacità decisionale; su Internet si moltiplicano le petizioni per la raccolta porta a porta, i commercianti fanno la colletta per acquistare disinfettanti. Alle accuse risponde con una nota il sindaco Luigi Bobbio. Il primo cittadino non nega che la situazione sia precipitata negli ultimi giorni. E dopo aver ricordato che le precedenti amministrazioni avevano adottato sistemi anti-crisi che portarono all’apertura di un procedimento penale per reati ambientali (una discarica nei pressi dell’hotel Crowne Plaza, cassoni di raccolta in periferia), sintetizza così il suo impegno: «In ogni caso si giungerà alla soluzione senza violare la legge».