Da Nola alle falde del Vesuvio nel mirino124 cave dismesse

Mini-discariche,a Provincia presenta il piano. Appello ai Sindaci
4 luglio 2011 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Oggi la riunione tra il presidente della Provincia Luigi Cesaro e quello della Regione Stefano Caldoro. Al centro della discussione il nodo dei nodi: le discariche. Sarà Cesaro, competente sulla materia, ad illustrare a che punto è l’individuazione dei siti. Il piano viaggia con almeno 8 mesi di ritardo, la speranza per i napoletani e per i residenti della provincia è che finalmente l’ente di Piazza Matteotti sia giunto al termine della riflessione. Qual è il piano di Cesaro? Allungare la vita alle discariche (c’è anche il caso Chiaiano da affrontare), dare un nuovo impulso agli impianti di compostaggio - tranne quello di Caivano che il Comune sta cercando di prendere in gestione ne servono altri due - mettere mano alle cosiddette minidiscariche, infine, ed è questa la cosa che potrebbe immediatamente realizzarsi, utilizzare le cave dismesse. Nella sostanza serve un buco o più buchi dove mettere dentro almeno un milione di tonnellate di rifiuti per stare tranquilli più o meno tre anni e fare sì che l’impiantistica su tutto il territorio si concretizzi. L’ordine di grandezza è questo, basta considerare che, per esempio, le 20mila tonnellate che andranno in Liguria daranno respiro al massimo per tre mesi. Questi gli step per dare vita al ciclo dei rifiuti. Come è possibile allungare la vita delle discariche già operative? Aumentando la raccolta differenziata e facendo partire immediatamente gli impianti di compostaggio. Due passaggi quasi a costo zero che si possono ottenere con una migliore organizzazione della raccolta dei rifiuti che è compito dei Comuni. E il sindaco Luigi de Magistris e il suo vice Tommaso Sodano su questo stanno dando segnali molto forti. In più hanno aperto in città tre siti di trasferenza. Il punto più spigoloso è quello delle minidiscariche che subentreranno a quelle dove cui la vita non si può allungare più. Parallelamente bisogna utilizzare le cave dismesse nelle quali è consentito sversare rifiuti inerti. Il punto è come rendere inerti, quindi innocui i rifiuti tal quali. La ricognizione - attualissima - fatta su questi siti ha fatto venire fuori che su 1501 cave, 264 sono attive mentre 1237 sono cave abbandonate, abusive o dismesse. Di esse 691 risultano certamente abbandonate, prive di vincoli amministrativi o obblighi per gli ex gestori e dunque utilizzabili in tempi brevi. In particolare, in provincia di Caserta vi sono 409 cave inattive - delle quali 280 abbandonate - inserite in un piano di recupero ambientale dal commissario di Governo. Ora 124 sono utilizzabili subito e danno una disponibilità di 34 milioni di metri cubi per accogliere materiali inerti e no. Complessivamente sul territorio campano si trovano 71 siti nella provincia di Avellino, 73 in quella di Benevento. A Caserta ce ne sono 280, 113 nella provincia di Napoli e 154 nel salernitano. Dunque 124 sono teoricamente già pronte per accogliere materiale inerte o da inertizzare. Intanto a Napoli restano a terra ancora più di 1000 tonnellate. Il vicesindaco non lesina critiche: «È impensabile che gli impianti nel weekend funzionino a scartamento ridotto. Abbiamo potuto sversare 1200 tonnellate soltanto. Bastavano 300 in più per fare scendere Napoli sotto la soglia delle mille». Sodano mantiene tutti sulla corda: «Confidiamo che la Regione riesca a risolvere il problema del weekend, tenendo presente che i siti di trasferenza vanno verso l’esaurimento. E non tutto si può risolvere con la spazzatura fuori regione».

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