Nei Cdr, dove si lavora senza protezioni

1 giugno 2008 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Il tanfo, dolciastro, sale alla testa, nella cabina dei gruisti del tritovagliatore di Battipaglia. Gennaro La Bruna, 50 anni, manovra il ragno meccanico che agguanta la spazzatura accatastata nella fossa di scarico e la deposita sui nastri dove, in teoria, dovrebbe essere separata la parte umida dal secco. «Qui dentro — lamenta — non si respira. La cabina non è adeguatamente coibentata e il sistema di aereazione funziona male. Impossibile resistere 8 ore di fila. Mi alterno con l'altro gruista. Ognuno trascorre la metà del turno qui e il resto all'aperto, pulendo i piazzali».

A Battipaglia lavorano 71 operai. Sono 550 nei 7 Cdr campani che il Governo vorrebbe chiudere. Si distribuiscono su 3 turni, nell'arco delle 24 ore. Lavorano ciascuno 5 giorni su 7. Furono assunti tramite l'agenzia interinale Obiettivo lavoro, 6 anni fa. Poi passarono a Fisia - Italimpianti, quindi a Fibe. Metalmeccanici, percepiscono 1200 euro al mese. Spesso in ritardo. «Da quando Fibe ha i conti bloccati — riferisce La Bruna — paga il Commissariato, ma gli stipendi devono comunque transitare per l'azienda. Un iter tortuoso e i soldi arrivano sempre dopo il 27». Il salario di maggio, per esempio, ancora non l' hanno visto. Forse martedì. «Se uno ha un mutuo che scade, paga sempre oltre il limite e la banca si prende la penale », protestano gli operai. Problemi economici, ma pure di sicurezza. «Non ci sono le passerelle protette per lavorare in altezza, sulle montagnole di rifiuti, alte anche 10 metri. Le condizioni igieniche sono penose ». Manutentori(elettricisti e meccanici), manovratori delle gru e delle pale meccaniche, operatori sulle linee: questa la divisione dei compiti tra gli addetti agli impianti. Poi ci sono i responsabili, oggi tutti agli arresti domiciliari. Vittime più che carnefici nella tragedia campana dell'emergenza, secondo Vincenzo Argentato, della Fiom: «Gente che prende 1600 euro ogni 30 giorni e subisce pressioni perché i camion escano con le ecoballe, o quel che sono. Per debolezza o per inconsapevolezza c'è chi si è trovato in un guaio ». Furono realizzati nel 2002 i Cdr campani e sono costati 270 milioni di euro. Tecnologicamente non erano pessimi, ma non hanno mai prodotto né Cdr di qualità (le ecoballe), né la frazione organica stabilizzata che, trattata negli impianti di compostaggio, potrebbe diventare compost. Riflette Argentato: «I Cdr funzionano bene in un sistema in cui ci sia una raccolta differenziata seria. In Campania non è mai stato così e hanno lavorato almeno il doppio dell'immondizia prevista. Non bastasse, Fibe ha ignorato la manutenzione. Non ha neanche sostituito i mezzi usurati».
Quando si rompe un pezzo, poi, è un disastro. «Per non interrompere il lavoro — raccontano gli operai — abbiamo cannibalizzato il Cdr di Tufino, sequestrato tre anni fa dalla Procura di Nola e mai più riaperto. I pezzi di ricambio arrivano tutti da lì». Tufino, un altro mistero. La Procura di Nola lo pose sotto sequestro tre anni fa, dopo vari incendi. Verificò che si era di fatto trasformato in una discarica: migliaia di tonnellate di fos ed ecoballe ammassate nelle piazzole. E' stato poi svuotato, ma il Commissariato ancora non ne ha chiesto il dissequestro.
«Il prefetto Sottile — è ancora Argentato che parla — si era impegnato a farlo. Ad oggi, nulla». I lavoratori attendono in queste condizioni l'ultimo colpo di teatro annunciato da Berlusconi: i militari gestiranno gli impianti al posto dei dirigenti Fibe agli arresti. Aspettano e si preparano a scioperare, il 13 giugno, contro la proposta del premier di chiudere i tritovagliatori. «In un sistema virtuoso la produzione di combustibile da rifiuto è essenziale — aggiunge Argentato — Una cosa è mettere Cdr negli inceneritori, altra bruciare immondizia tal quale ». Sposano la proposta dell'assessore all'Ambiente della Regione, Walter Ganapini: ristrutturare gli impianti e destinarne uno al compostaggio. Costerebbe non più di 5 milioni di euro. Salverebbe posti di lavoro. Bocciano il decreto Berlusconi: «Quattro termovalorizzatori che brucieranno 7.000 tonnellate al giorno di immondizia tal quale significa cancellare la differenziata, perché in Campania si producono 7200 tonnellate di rifiuti ogni 24 ore. Guadagneranno solo i gestori degli inceneritori».
   
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