Il cardinale bacchetta la Lega: «Egoismi inaccettabili»

L'amarezza e la delusione di Sepe: "Ancora una volta i napoletani umiliati e traditi nella loro dignità"
2 luglio 2011 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Non cita mai direttamente la Lega. Ma è chiaro come il cardinale Crescenzio Sepe si riferisce al Carroccio, alle regioni del Nord, quando stigmatizza «egoismi e visioni settarie», di chi «si isola lontano fuori dalla solidarietà umana e sociale». Punta il dito su quel no del Carroccio al decreto che dovrebbe dare un po’ d’ossigeno a una città stretta dalla morsa dei rifiuti. Il presule lo fa in una riflessione e in anticipo sul Capo dello Stato che firma ieri pomeriggio il decreto ma dice: «Non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo». Lontano dal Quirinale, si alza il monito del cardinale Sepe che esterna la sua «delusione e amarezza» in merito alla situazione. Il presule parla di città «ancora una volta umiliata e tradita nella sua dignità». «Di fronte al dramma che continua a vivere la nostra città, come pure parte della provincia, ogni parola appare ormai fuori posto. I rifiuti nelle strade sono la tragica eloquenza di una situazione intollerabile non solo da oggi, ma dal momento stesso in cui si è originata. Quella che da troppo tempo viene definita emergenza è, in realtà, il segno di una sconfitta senza fine che riguarda tutti, ma che oggi rischia di abbattersi come un colpo mortale su una Napoli già duramente provata su altri versanti», stigmatizza Sepe. Poi chiede uno scatto: «Questo è il momento della responsabilità comune, del serrare le fila e mettere da parte ogni forma di polemiche, tra le tante che - anche legittimamente - la dolorosa e assurda vicenda rifiuti può originare». Non è la prima volta che l’arcivescovo stigmatizza la situazione in cui la città è di nuovo precipitata. Pur, però, chiedendo uno sforzo comune per uscire dalla crisi. «Non si tratta di spargere veli pietosi sul passato, né di chiudere gli occhi di fronte alle responsabilità maturate, sia a livello politico che amministrativo, senza neppure escludere alcune manifestazioni di scarsa cura per il bene comune messe in atto a livello individuale; per non parlare, infine, della micidiale morsa con la quale la criminalità organizzata tenta di stringere ai suoi criminali interessi anche questa ennesima crisi della città. Ma verrà - annuncia - il momento delle analisi e della ricerca delle colpe certe». Momento terribile: occorre «salvare non solo il buon nome della città, ma la città stessa: la salute, il decoro, la dignità della sua gente e, primi fra tutti, dei più deboli che, come sempre, sono i più esposti davanti a ogni ricorrente difficoltà». «Si faccia presto!», dice perché «nessuna comunità civile può mai meritare ciò che Napoli sta sopportando da troppo tempo». Ma occorre uno stop agli «attendismi» e «agli scambi di accuse che, in questo momento, servono solo ad allontanare la soluzione del problema». Infine il riferimento al Carroccio. «Di fronte a chi continua a rifugiarsi nei propri egoismi e non riesce a liberarsi da visioni settarie della realtà, non ci può essere risposta. La condanna è nell’isolamento di posizioni inaccettabili, lontane da ogni ragionevole soglia di solidarietà umana e sociale. Nessuno può pensare di vivere una vita sana e al riparo da ogni possibile ”infezione” se nel corpo c’è comunque una qualche patologia. Napoli - conclude il capo della chiesa della città - ha bisogno di poter guardare avanti e di recuperare una speranza che rischia anch’essa di restare sepolta sotto i cumuli di rifiuti».

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