Scatta la rivolta delle regioni Caldoro: risposte inadeguate
Il primo a manifestare un disagio è proprio il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. «Il provvedimento immaginato nel consiglio dei ministri non consente di superare concretamente le difficoltà di questi giorni. Non è sufficiente», è il commento del governatore. Caldoro è deluso. E delusi sono tutti i presidenti di Regione. «Non è la risposta adeguata alla crisi», sintetizza Vasco Errani. I presidenti, è il nocciolo della questione, avrebbero preferito intese istituzionali in Conferenza Stato-Regioni e non gli accordi diretti tra Regioni come prevede il decreto. Questa strada appare la più ardua tanto che dal Molise arriva un primo distinguo. «Sì ai rifiuti della Campania, ma solo se saranno equamente ripartiti tra tutte le Regioni», precisa l’assessore all’Ambiente Filoteo Di Sandro (Pdl). Una precisazione che la dice lunga sulle difficoltà di trasferire i rifiuti fuori Campania. Mentre il Quirinale, che nei giorni scorsi aveva sollecitato il governo a intervenire, fa sapere che «valuterà il decreto in tutti i suoi aspetti». In consiglio dei ministri la Lega ha subito confermato la sua contrarietà al decreto e ha voluto che fosse messa a verbale la sua posizione. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo si è battuta per un testo più forte e davvero risolutivo ma ha riscontrato tiepidezza innanzitutto nei ministri del Pdl. Per Mara Carfagna il «decreto è giusto e la Lega sbaglia», per Giancarlo Galan «la soluzione trovata è corretta e giusta» ma la verità è che in consiglio dei ministri non è mai emersa la volontà di discutere un testo che evitasse la singola trattativa tra la Campania e le altre Regioni e prevedesse procedure certe e maggiori poteri ai sindaci per l’apertura delle discariche. E invece questo potere è stato attribuito ai commissari prefettizi. «Finalmente - sostiene Caldoro - si individuano responsabilità e tempi sulle discariche. Ma sarebbe stato preferibile dare più poteri ai sindaci». Così, subito dopo il consiglio dei ministri, con Caldoro al suo fianco, il presidente delle Regioni Vasco Errani è costretto ad ammettere che «questo decreto non risolve il problema» e che «è prematuro fare ipotesi sulle disponibilità da parte delle Regioni ad accettare rifiuti dalla Campania». Insomma, siamo al punto di partenza. «Ci ritroviamo pienamente nelle posizioni di Errani», precisa il presidente del Lazio Renata Polverini. E in effetti la strada della trattativa privata non appare risolutiva, per non dire impraticabile. Il presidente del Veneto Luca Zaia si affretta a ribadire l’indisponibilità della sua regione. «Abbiamo superato i tempi supplementari e siamo già ai rigori», spiega il governatore. Indisponibile si dichiara anche il presidente della Lombardia Roberto Formigoni. «Il decreto - dice - non risolve il problema. Riteniamo che si debba procedere all’apertura di nuove discariche in Campania». La delusione delle Regioni è la stessa delle Province. «Non è ciò che ci aspettavamo», osserva il presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli che ha rappresentato l’Upi al vertice a Palazzo Chigi. Tuttavia il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro parla «di segnale positivo che certifica l’impegno di Berlusconi per Napoli». La differenza di vedute tra Cirielli e Cesaro non è casuale e rientra nella partita in corso nel Pdl in Campania sui rifiuti e più in generale sulle politiche per il Mezzogiorno. Da un lato l’ala critica verso il governo, con Caldoro, il vice-coordinatore regionale Mario Landolfi («avrei preferito la strada del trasferimento d’autorità dei rifiuti»), il presidente della commissione Agricoltura Paolo Russo, il senatore Enzo Nespoli; dall’altro l’ala più filo-governativa che risponde al coordinatore regionale Nicola Cosentino e Cesaro.