«L’emergenza non può essere un alibi quei trentotto contratti vanno annullati»

Il capogruppo Pd Russo attacca: nella partecipata per le bonifiche intreccio di interessi politici
30 giugno 2011 - Adolfo pappalardo
Fonte: Il Mattino

«Serve un riordino delle società miste e trasparenze delle scelte». Poi Peppe Russo, capogruppo pd in consiglio regionale, è tranchant su quelle 38 assunzioni alla partecipata Astir in cui sono spuntati i nomi del figlio di un ex consigliere provinciale pd e quello di una ex delegata all’assemblea nazionale democrat: «Non credo ci siano le condizioni di legge per difendere quelle assunzioni».
Russo lo spaccato che esce da alcune partecipate è drammatico: pagati ma senza far nulla. «Per troppo tempo si sono rinviate le soluzioni e molti problemi si sono incancreniti. Dubito che si sia arrivati a tanto solo per le debolezze politico culturali che hanno ispirato alcune delle scelte volte a fronteggiare la crisi economica. Molto ha pesato invece la vocazione all’intermediazione politica più che alla etica pubblica di una parte considerevole di ceto politico meridionale all’interno del quale persiste inalterato un illusorio convincimento: che alla fine l’emergenza possa giustificare tutto e tutti allo scopo di mettere sul conto altrui, il pasto consumato da noi».
Società partecipate che hanno la stessa mission, disorganizzazione e mancanza di piani industriali: come uscire una volta per tutte da questo scenario? «Il riordino delle società miste, contestuale ad una riscrittura dei servizi pubblico locali, rappresenta una parte decisiva e strategica per rilanciare sviluppo ed occupazione e per rinsaldare, rinnovandolo,un patto di cittadinanza costruito sul consenso trasparente alle scelte».
E i fondi? Già oggi non ve ne sono. «Attualmente la loro attività è garantita da una considerevole mole di risorse comunitarie che avranno il loro termine nel 2013. Cosa accadrà dopo? È una domanda che non possiamo far finta di ignorare se abbiamo a cuore la sorte dei lavoratori e le ricadute sociali dei servizi che essi esplicano. Le soluzioni riguardareranno misure di efficienza, razionalizzazione e contenimento dei costi».
Licenziamenti, come teme qualcuno? «Rispondere con dismissioni e licenziamenti equivale ad un disimpegno e denota un vuoto di strategia da parte dell' attuale governo. E di questo ne chiederemo conto in consiglio regionale presentando un nostro disegno di legge quadro».
Parliamo di Astir: si scopre in questi giorni che, oltre ai Carc, ci sono nomi pd tra le 38 assunzioni fatte senza bando e senza concorso la primavera scorsa. E consiglieri di maggioranza e opposizione vogliono stabilizzarli. «È una demagogica difesa dello status quo. Come accaduto in terza commissione dove la foga di difendere sacrosanti diritti finisce per scadere nella copertura degli abusi». Anche del suo partito. Domanda scivolosa: per lei sono da assumere definitivamente questi 38? «Non credo proprio vi siano le condizioni di legge per difendere le 38 assunzioni all’Astir avvenute senza piano industriale, senza concorso e senza copertura finanziaria. Chi le ha fatte non è mai riuscito a motivarne la necessità, sempre che l’imminenza della campagna elettorale per le regionali 2010 non rientri come una condizione di utilità aziendale. In questo caso l’invocazione al principio di difesa del posto di lavoro è davvero fuori luogo».
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