Clan e rifiuti, le interdittive non bastano

Vecchione, presidente Sapna: provvedimenti a rilento non sono un argine a infiltrazioni
30 giugno 2011 - d.d.c.
Fonte: Il Mattino

«Gestire gli appalti dei rifiuti è difficile, perché si tratta di un sistema altamente inquinato e perché le interdittive antimafia, che pure vengono richieste, arrivano spesso con molto ritardo»: Umberto Vecchione, ex questore e presidente della Sapna, è a un passo dall'addio: la sua era fin dall'inizio una presidenza pro-tempore. Ma non solo: i viaggi dei rifiuti non lo convincono, e il controllo delle procedure, con i mezzi disponibili, si è rivelata un impresa ardua. Così la sua voce si aggiunge a quella del governatore Caldoro, del sindaco De Magistris, del Procuratore Lepore che nei giorni scorsi avevano rilanciato l'allarme sulla presenza dei clan nel ciclo dei rifiuti. La Sapna, la società della provincia di Napoli, ha mandato spazzatura in Toscana, in Emilia, in Puglia e in Sicilia. Ed è soprattuto quest'ultimo contratto a essere al centro delle polemiche: è stato firmato al di fuori di qualsiasi accordo tra Regioni, non è stato sospeso dopo la sentenza del Tar che classificava i rifiuti campani come solidi urbani e quindi esportabili solo dopo il sì delle amministrazioni. «La direzione tecnica in base a una nota della Regione Sicilia ha organizzato i viaggi», spiega l'ex questore. Ma non solo: parte dei trasporti sono stati affidati a una ditta, la Adiletta, che è stata colpita nel 2009 da interdittiva antimafia dalla prefettura. Una vicenda che proprio non va giù al presidente che spiega: «Il contratto è stato firmato con le ditte D'Angelo e Profineco che hanno affidato i trasporti alla San Marino di cui fa parte anche la Adiletta: ora abbiamo chiesto informazioni anche su queste imprese». Perché, lo ha detto Lepore e lo ripete Vecchione, quello dei trasporti dei rifiuti è un settore ad alto rischio d'inquinamento mafioso: «Perciò credo che la spazzatura andrebbe smaltita il più vicino possibile al luogo di produzione – dice Vecchione - Non so che cosa succederà se sarà approvato il decreto, ma temo che si faranno avanti molte imprese e controllarle tutte non sarà facile». La Sapna ha indetto una gara per i trasporti, tuttora in via di svolgimento: «La selezione sarà pubblica, ma comunque difficile: il settore è inquinato e le informazioni dalla prefettura spesso arrivano in ritardo perché le richieste sono molte e le indagini complesse». Un caso per tutti, ricorda l'ex questore, è quello della Ibi: l'interdittiva antimafia arrivò quando, dopo l'attesa dei tempi previsti dalla legge, in assenza di risposta, il contratto di affidamento della discarica di Chiaiano era stato firmato ed era stato versata parte del dovuto. L'appalto era stato siglato dal commissariato di governo, poi era subentrata la società provinciale che ha ereditato molti dei vecchi contratti. «Per evitare il ripetersi di queste situazioni – spiega Vecchione – ogni venti giorni chiedo informative alla prefettura». Ma nonostante le indagini della magistratura, nonostante il lavoro degli 007 del Palazzo di governo, quella per cacciare i clan dal mondo dei rifiuti resta un'impresa da guinnes. Perciò Gennaro Salvatore, capogruppo della lista «Nuovo Psi-Caldoro Presidente» in Consiglio regionale, e molto vicino al governatore lancia un appello all'unità di tutte le forze «legali». «Lo stesso Commissariato di governo - osserva - è stato oggetto di ricatti criminali, come si evince dalle inchieste sul percolato sversato direttamente in mare o sulle infiltrazioni camorristiche nelle società del settore». E poi un'affermazione durissima: «in Campania, una parte delle istituzioni di ogni ordine e grado, senza eccezione alcuna, è pervasa dalla criminalità organizzata. Dobbiamo essere consapevoli che lo spartiacque non è tra destra e sinistra, ma tra legalità e illegalità, è necessario superare le distinzioni partitiche ed ideologiche per combattere l'illegalità, il pressappochismo ed il “tirare a campare” e fare della Campania almeno una regione normale».

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