«A Battipaglia scarichiamo tremila tonnellate»

31 maggio 2008 - Francesco Faenza
Fonte: Il Mattino Salerno

Le discariche, il percolato, la strategia su Serre e Terzigno, il piano per arrivare a Valle della Masseria, i tempi per cui venivano liberate prima le strade di Napoli e poi i siti di trasferenza stracolmi di Salerno: emerge un po’ di tutto dalle intercettazioni telefoniche al commissario straordinario per i rifiuti Guido Bertolaso nell’ambito dell’inchiesta «Rompiballe». Alcune telefonate confermano paure e illazioni, altre delineano situazioni completamente nuove. A cominciare dal continuo braccio di ferro su Serre. Al telefono con Marta Di Gennaro, suo braccio destro, Guido Bertolaso ammette perentorio: «Io ho un obiettivo preciso: devo sputtanare i tecnici del ministero dell'Ambiente. A me di Macchia Soprana non frega un c... A me serve Valle della Masseria per liberare i centri più importanti dalla munnezza nelle strade». Nelle telefonate vengono alla luce verità sconcertanti. Come quella sul percolato. Marta Di Gennaro prova a far cambiare idea a Bertolaso: «Se andiamo a fare la battaglia sul percolato, la perdiamo. Se andiamo a vedere i depositi di Villa Literno, se vediamo il percolato che cola dai nostri camion, davanti ai Cdr…sbagliamo strategia». Bertolaso la rassicura: «Non ti preoccupare, sono un esperto in rischi, stiamo facendo i campionamenti del percolato, ma senza l'Arpac, senza contraddittorio, potrebbero essere inutili. facciamo le nostre analisi e le teniamo nel cassetto». I tecnici di Bertolaso provano a calmare il loro capo: «Rischiamo di vincere a Serre e di non avere Terzigno» esclama la Di Gennaro. Bertolaso le risponde: «Per avere Terzigno, dobbiamo vincere prima a Serre». Bertolaso perde spesso la pazienza, a volte il suo linguaggio non è accademico: «voglio una relazione dettagliata sul percolato. A Nocera, i carabinieri del Noe ci hanno rotto i…». Il commissario straordinario prova a imporsi, ma nel suo entourage scuotono la testa. Marta Di Gennaro confida a Giacomo Aiello: «Guido vuole sputtanare i tecnici del ministero dell'Ambiente con la storia del percolato. La cosa non è affatto facile da gestire ed è molto rischiosa». Giacomo Aiello asseconda la Di Gennaro: «è inutile che Bertolaso combatta contro Pecoraro Scanio, altrimenti il ministro ci negherà l'aiuto che ci ha promesso a Bruxelles per aprire la discarica a Terzigno, nel parco del Vesuvio». In alcune telefonate, il commissariato straordinario ai rifiuti non brilla certo per efficienza. Il 17 maggio, Bertolaso chiede alla Di Gennaro i prelievi sul percolato a Macchia Soprana: «li abbiamo fatti - risponde la De Gennaro - ma non ricordo dove ho messo i risultati». La figuraccia più grande, però, porta la firma proprio di Bertolaso: «non so quale sia la differenza tra un sito di stoccaggio e una discarica» ammette serafico. Da Serre a Parapoti, il tono delle dichiarazioni non cambia. È il 2 giugno. La Di Gennaro parla a telefono con Michele Greco: «Cominciamo con le ecoballe, stasera, a Parapoti?». Greco risponde così: «iniziamo con quelle sfuse, non le chiamiamo ecoballe. Le stiamo mandando lì, sfuse e non filmate. Perché la gente se sente ecoballe, non so perchè, si allarma». La Di Gennaro ne chiede la provenienza. «Arrivano da Battipaglia, Pianodardine e Casalduni - risponde Greco - per andare bene, comunque, sul Cdr di Battipaglia dobbiamo scaricare 2-3000 tonnellate da Napoli. Altrimenti i napoletani, domani, rompono le scatole a Guido (Bertolaso). E poi domenica svuotiamo il sito di stoccaggio del sindaco di Salerno». Per concludere, Greco riassume alla Di Gennaro l'arrivo delle ecoballe a Parapoti: «Le scaricano lì, ci passano su con le ruspe e la spandono» conclude il dirigente regionale, consulente di Bertolaso e dipendente della Protezione Civile.

Powered by PhPeace 2.6.4