Dossier per i militari Usa: fuori dalla base attenti a cibo, aria e acqua

Dalla Us Navy di Napoli continue analisi del territorio
Per i soldati una serie di divieti
29 giugno 2011 - Valentina Arcovio
Fonte: Il Mattino

Ai militari americani l’aria, l’acqua, la terra e il cibo di Napoli fanno paura. La Marina degli Stati Uniti teme seriamente per la salute dei suoi militari che lavorano alla base Nato campana. La conferma arriva dai risultati dell’ultimo studio pubblicato sul sito ufficiale della base US Navy, durato 4 anni. A sollevare maggiori preoccupazioni sono i comuni più popolosi: Casoria, Villa Literno, Casal di Principe e Marcianise. Le 4 aree sono state giudicate pericolose per la vita umana a causa della presenza «inaccettabile» di sostanze inquinanti. Ecco perché le autorità hanno stabilito pesanti misure di precauzione contro i veleni del napoletano. Acqua. Sono stati riscontrati nei campioni di acqua raccolti dai rubinetti contaminazioni da batteri coliformi fecali e totali, da nitrati e tetracloroetene (PCE). In alcune abitazioni sono stati ricontrati concentrazioni di piombo e in maniera più diffusa arsenico. Le fonti di contaminazioni non sarebbero da rintracciare negli acquedotti, ma nel mix che si crea con quella per l’irrigazione a causa degli allacci abusivi. Ecco perché il comando della Flotta Usa invita i suoi militari e consiglia anche ai residenti di usare l’acqua in bottiglia per bere, per cucinare, per fare il ghiaccio e per lavarsi i denti. Anche se per l’igiene personale l’acqua non è risultata pericolosa, i medici della base Usa raccomandano di fare docce veloci badando bene a tenere gli occhi e la bocca chiusa. Gli autori dello studio dicono di stare attenti addirittura all’acqua che evapora. Sono stati infatti rilevati composti organici volatili, come Pce e cloroformio. Terra. Sul suolo napoletano è stata rilevata la presenza di agenti chimici come idrocarburi aromatici, diossina, furani, Pce ed arsenico. Nella maggiorparte delle aree in cui è avvenuto il campionamento i livelli di questi inquinanti sono stati considerati «accettabili», in alcune zone invece le concentrazioni d’arsenico hanno spinto gli americani a raccomandare ai propri militari di limitare al minimo i contatti con il suolo e di lavarsi spesso le mani. Da qui la decisione di far traslocare i militari residenti dalle zone considerate a rischio. In attesa del trasferimento si consiglia di ventilare le case frequentemente. Aria. Se da un lato lo sudio americano conclude che nelle aree di studio non sono state trovate variazioni significative tra l’inquinamento di Napoli e altre metropoli americane, sono invece stati riscontrati elevati livelli di aldeidi, come ad esempio la formaldeide, nei giorni in cui è stata bruciata la spazzatura. Le concentrazioni registrate avrebbero di fatto peggiorato la qualità dell'aria di Napoli, molto di più rispetto alle grandi città americane. Cibo. Sull'argomento il documento pubblicato dagli americani è un po’ troppo vago. Oltre ad aver riferito i metodi di rilevazione - che hanno riguardato dalla frutta alla verdura, ma anche la carne e i latticini - non sono stati riportati dati in merito alla rilevazione. Ma solo le conclusioni che però vanno a contrastare con le misure intraprese per tutelare la salute dei militari. Da un lato dicono che il cibo napoletano è sicuro, dall'altro specificano che le loro caserme vengono rifornite da produttori selezionati accuratamente e che si sconsiglia di mangiare prodotti fuori dalla base.

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