«Differenziata, due mosse per raggiungere quota 70%»
Un mutuo da 43 milioni per dare ossigeno ad Asìa sull’orlo del precipizio economico e darle pieno mandato a ripulire. L’obiettivo è raggiungere entro fine anno il 70 per cento della differenziata, difficile ma non impossibile. Comunque gli step che il presidente di Asìa Raphael Rossi dovrà fare sono essenzialmente due. Il primo arrivare a settembre con almeno 350mila napoletani che fanno il porta a porta, quindi incrementare fino a 600-700mila entro fine anno. «La ricapitalizzazione di Asìa - dice - servirà ad aprire scenari di normalità. Stiamo lavorando 24 ore al giorno con grande stress anche dei mezzi oltre che dei nostri uomini». Per il presidente di Asìa, in questo modo, sarà possibile lavorare con «maggior serenità e provvedere a comprare o riparare altri mezzi». Secondo i dati diffusi dall’azienda i giorni scorsi il 70 per cento del parco mezzi è fermo perché non ci sono soldi per la manutenzione. La ricapitalizzazione dovebbe servire anche a questo. Con la giunta Iervolino questa pioggia di milioni non era mai stata messa dentro l’azienda, l’ex sindaco aveva previsto per il 2011 un aumenti di capitale di 25 milioni. I soldi serviranno per pagare i creditori, ma anche soprattutto per acquistare isole ecologiche e depositi. Perché il porta a porta per funzionare deve essere radicato nelle zone dove si effettua. Non è pensabile che i mezzi attravesinoi pe rintero la città. Rossi scarta l’ipotesi di navi discarica in caso di emergenza, ma ammette che «una nave può essere un vettore, servire per trasportare i rifiuti» coem accaduto mille volte in passato. Il lavoro di raccolta straordinario che Asia sta portando avanti, sottolinea, «è uno sforzo straordinario». Ross’ analizza la situazione attuale: «Si lavora 24 ore al giorno, su tre turni e anche la domenica pomeriggio per raccogliere quanto più possibile - racconta - Il problema resta quello del posto dove andare a sversare, il compito è di Provincia e Regione ma ne sentiamo il peso anche noi». Sono tre i problemi da considerare per analizzare la crisi dei rifiuti di Napoli. «Il primo è la difficoltà di smaltire i rifiuti negli impianti - spiega Rossi - Prima sversavamo in maniera continuativa negli impianti provinciali e regionali e ora non più». Poi, «il blocco del Governo» ai flussi extraregionali. «E la raccolta differenziata non ancora forte su tutto il territorio c’è però una piccola città nella città nella quale 146mila abitanti la fanno». L’obiettivo è quello di estenderla a tutta la città «non a macchi di leopardo, ma a macchia d’olio» nel senso che «si procederà estendendo la raccolta differenziata nelle zone vicine a quelle dove è già partita».