Cumuli bruciati e strade disinfestate la task force medica fissa le priorità
"Il vero pericolo sono i roghi"
Subito la rimozione dei cumuli di rifiuti incendiati, che sono disseminati nelle strade di Napoli. E, per abbassare il rischio di crisi respiratorie e il pericolo di infezioni, gli esperti riuniti all’Ordine dei medici sollecitano interventi di pulizia a tappeto. Tra le priorità, il lavaggio delle strade. Misure, queste, che rimbalzano in testa all’agenda setting dell’amministrazione comunale, con l’assessore-medico Giuseppina Tommasielli, presente all’incontro organizzato nel pomeriggio di ieri e, subito dopo, impegnata a farsi portavoce delle preoccupazioni e dei suggerimenti a Palazzo San Giacomo. Quanto alla vigilanza epidemiologica della patologie collegate all’emergenza rifiuti, «i 250 medici sentinella sono già al lavoro. I risultati del monitoraggio saranno disponibili tra 10 giorni», dice l’assessore. Nel rapporto, saranno prese in considerazione le ultime tre settimane di visite e prescrizioni effettuate da pediatri di libera scelta e medici di famiglia, su un campione di 200mila assistiti, cioè un napoletano su cinque. Per avere un parametro di riferimento, i dati saranno confrontati con l’incidenza di malattie riscontrata l’anno scorso. Ma, se «non c’è ancora la possibilità di arrivare a una conclusione scientifica» spiega Paolo Marinelli, professore emerito di Igiene della Seconda università di Napoli, motivo principale di apprensione restano senza dubbio i roghi di rifiuti, che sprigionano diossina. Causando danni irreparabili per il futuro. E crisi immediate quanto acute: «Incendiare la spazzatura provoca un peggioramento del respiro e conseguenze sul metabolismo anche di chi appicca il fuoco» sottolinea Gennaro D’Amato, direttore della pneumologia ad indirizzo allergologico dell’ospedale Cardarelli, per invitare i piromani a desistere. E sottolinea: «Gli allergopatici sono circa 30% della popolazione partenopea, adulti e bambini. Sono loro i più esposti, con un aggravamento della sintomatologia dovuta all’interazione tra agenti allergenici e inquinanti, tra cui miasmi dovuti alla diossina». Qualità dell’aria nel mirino anche dell’Isde, l’associazione medici dell’ambiente, rappresentata all’incontro dall’oncologo Giuseppe Comella e dal tossicologo Antonio Marfella, pronti, «in sinergia con Legambiente – annunciano – a monitorare l’inquinamento ambientale, in maniera provocatoria. Da volontari, e in sostituzione dell’Arpac, visto che non tutte le centraline per rilevare lo smog, installate in città, trasmettono i dati con cadenza quotidiana. In più, spesso accade che i valori non siano determinati». «L’Ordine dei medici – sottolinea il presidente, Gabriele Peperoni –, con questa funzione di catalizzatore, può favorire un dialogo costruttivo tra gli enti e prevede di allargare il confronto anche alla Regione e alla Provincia di Napoli, estendendo l’invito a partecipare ai lavori». Prossimo confronto fissato tra 15 giorni. «L’osservatorio appena costituito è importante proprio per indicare quali possono essere ulteriori provvedimenti da adottare a tutela della cittadinanza», sottolinea Giuseppina Amispergh, direttrice del dipartimento di prevenzione dell’Asl Napoli 1 Centro. «Si tratta di un buon esempio di collaborazione – aggiunge la Tommasielli – che andrà avanti anche quando sarà superato questo momento difficile, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita in città».