Buste e pannoloni a mare, partono le griglie antirifiuti
così garantiamo pulite le acque del litorale
L’estate non deve finire prim’ancora di cominciare. Il mare salernitano da Torre Angellara a Vietri è balneabile. Ma la preoccupazione che assale gli uomini della sala controllo del Siis, ventiquattrore su ventiquattro con gli occhi incollati ai computer negli uffici della zona industriale, è che ci si possa ritrovare con chiazze di sporcizia a mare nonostante il lavoro di disinquinamento delle acque che avviene, come riscontrato dalle analisi Arpac, in maniera puntuale e precisa. Il primo controllo fatto ieri mattina dai dipendenti del Siis, nonostante la giornata domenicale, è stato quello di verificare se funzionano a pieno regime le griglie antirifiuti sistemate nella vasca dove arrivano i liquami e le acque delle fogne di sette comuni dei Picentini, oltre Salerno. In pratica, le acque delle fogne dei comuni che vengono convogliate al depuratore di Salerno finiscono nella coclea, con gigantesche eliche, e poi passano attraverso due griglie antirifiuti. È qui, infatti, che vengono fermati e bloccati eventuali rifiuti, come pannoloni, bottiglie, buste di plastica. Ed è qui, infatti, che è possibile vedere come l’acqua subisce il primo trattamento di depurazione per finire poi allo stadio finale quando l’acqua è limpida e viene sottoposta quotidianamente a più di un’analisi dal laboratorio Siis oltre che dell’Arpac. «Noi abbiamo voluto verificare l’impianto della griglia antirifiuti - dice il presidente del Siis, Ortensio De Feo - per evitare che nel corso delle prossime settimane, con le spiagge piene, ci si possa ritrovare con le giuste proteste dei bagnanti eventualmente costretti a fare i conti con chiazze di acqua con tanto di rifiuti, a partire da pannoloni e bottiglie. Inevitabile il rimando dell’accusa: è il depuratore che non funziona. E, invece, noi possiamo replicare e garantire che non è affatto così». Proprio per una verifica direttamente con l’utenza, sia il presidente De Feo che il direttore generale ingegnere Pippo Giannella stanno pensando ad una operazione marketing a costo zero ma di sicuro impatto: invitare non solo i balneatori salernitani ma gli stessi cittadini che si tuffano nelle acque di Salerno per una verifica in diretta del processo di depurazione. E, sopratutto, di quale acqua finisce a mare una volta depurata. Qualche anno fa, nel periodo di ferragosto, divampò una polemica tra il Comune che accusava i diportisti, come i primi responsabili dell’inquinamento, e gli enti di controllo sul litorale. Era il tempo del boom di presenze sulle spiagge. Ma erano anche i giorni di chiazze di schiuma, buste di plastica, avanzi di verdure e addirittura pannoloni, acqua del mare come una pattumiera. Il mare si puliva solo al soffio maestrale che, però, riversava i rifiuti sulla battigia. «Noi stiamo lavorando per conservare il mare pulito» dice il direttore tecnico Giannella. Sui computer della sala controlli del Siis ci sono tutti gli scarichi che confluiscono nella rete dell’impianto di Salerno, a partire da quello della spiaggia Santa Teresa. Ma che le cause di improvvise chiazze non siano addebitabili all’impianto di depurazione, secondo i tecnici del Siis, è dato dal fatto che spesso mancano le reti fognarie. Un problema recentemente risolto dal comune di Salerno con nuove reti. Basti pensare a quel che è avvenuto negli ultimi anni a Minori: gli scarichi dei palazzi del fronte mare finivano direttamente a mare. Eppure con 159mila euro, tanto è costata l’opera, Minori si è assicurato di nuovo la balneabilità del litorale. Dopo che quelle fogne sversavano direttamente a mare e non raggiungevano il pur funzionante depuratore. Molti sono i problemi alle foci dei fiumi e dei torrenti, con il fenomeno degli scarichi illegali a monte dei corsi d’acqua oltre che reti fognarie vecchie o con perdite.Nel corso dell’ultimo anno il Comune di Salerno ha investito 11 milioni di euro per la ristrutturazione dei collegamenti fognari, riducendo così la presenza sul territorio di pozzi neri e allacci abusivi.