Nasce la Superprocura: già 1500 i processi

Ecco i 12 pm che si occuperanno delle inchieste sui rifiuti. Rischio paralisi per l’arrivo dei fascicoli da tutta la Regione
31 maggio 2008 - Leandro del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Dodici pm per 1500 processi. Il procuratore Giovandomenico Lepore ha scelto i dodici nomi che dovranno occuparsi delle indagini in arrivo da altri uffici, per far fronte all’emergenza rifiuti in Campania. Magistrati a cui ora tocca il compito di fronteggiare la mole di processi che stanno confluendo a Napoli. Dalle undici Procure della Campania sono già arrivati duecento processi, ma si raggiungerà un tetto di circa millecinquecento fascicoli da gestire. Una mole di carte e faldoni che ha costretto il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho, coordinatore dell’ufficio smistamento, a potenziare l’organico addetto alla registrazione degli atti in arrivo. È la risposta della Procura del Centro direzionale al decreto Berlusconi, che punta a organizzare e armonizzare l’azione inquirente sotto la guida di un solo ufficio inquirente. Dodici pm, dunque, che saranno coordinati dal capo della sezione Ecologia Aldo De Chiara e che avranno il compito di occuparsi di reati ambientali connessi alla crisi rifiuti degli ultimi mesi. Una riorganizzazione che cade nelle stesse ore in cui dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere arriva la prima mossa contro il decreto, con un’eccezione di incostituzionalità sollevata da un giudice. A firmare l’istanza è stato il gip Francesco Chiaromonte, ex pm napoletano che ha curato nelle sue fasi iniziali il processo a carico della Impregilo e di Bassolino sullo smaltimento dei rifiuti, nonché giudice che ha firmato l’inchiesta a carico del partito Udeur (e della famiglia Mastella) in Campania. Un’eccezione che rischia di fare da apripista. Negli ultimi giorni, infatti, tra pm e gip è cresciuto il dissenso contro il decreto che istituzionalizza una superprocura e un tribunale speciale in materia di rifiuti. In una nota firmata da 72 pm e da tre aggiunti napoletani, il decreto è stato esplicitamente bollato come incostituzionale. E la strada seguita dal gip Chiaromonte rischia di fare da spartiacque. Potrebbero essere decine infatti le eccezioni di incostituzionalità depositate in cancelleria nel momento in cui i fascicoli vengono smistati da un tribunale all’altro. Si rischia la paralisi o quantomeno l’effetto ingorgo, in attesa che la Corte costituzionale entri in gioco a dirimere i conflitti sollevati da questo o quel magistrato. Intanto, il procuratore Lepore si è attrezzato. Dodici pm (Antonio D’Alessio, Barbara Affinita, Stella Castaldo, Mario Di Iorio, Milena Cortigiano, Annamaria Lucchetta, Lia Morra, Maurizio Di Marco, Mario Canale, Giovanni Galasso, Pasquale Ucci, Vincenzo Ranieri) organizzati per gruppi di due in sei distretti territoriali. C’è invece attesa per l’intervento del Csm, l’organo al quale hanno scritto i settantacinque inquirenti partenopei di fronte alla presunta incostituzionalità dei provvedimenti varati a Napoli dal premier Berlusconi.

 

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