Turrà: al fianco delle famiglie per prevenire malattie

Il presidente della società di pediatria
"Mnitoraggio e informazione puntuale per affrontare ò'insorgenza di patologie"
27 giugno 2011 - Maria Pirro
Fonte: Il Mattino

Venticinque pediatri nella rete di sorveglianza. Duecentocinquanta medici sentinella in campo. Duecentomila napoletani sotto osservazione sanitaria. Sono le cifre del piano promosso dal medico-assessore Giuseppina Tommasielli, con il vicesindaco Tommaso Sodano, per monitorare i rischi epidemiologici legati all’emergenza rifiuti. Task-force al lavoro da oggi. Prima riunione operativa organizzata nella sede dell’Ordine dei medici di Napoli. All’incontro i vertici dell’amministrazione cittadina, gli esperti del dipartimento di prevenzione dell’Asl Napoli 1 Centro, i dirigenti dell’Osservatorio regionale epidemiologico, i rappresentanti delle organizzazioni di categoria e gli attivisti delle associazioni impegnate nelle tutela dell’ambiente. Ma, un ruolo di primissimo piano, lo assumono in queste ore i pediatri che, attraverso la Fimp, già segnalano un aumento delle patologie respiratorie, anzitutto tra i bimbi afflitti da allergie. Sono loro i più colpiti e la causa sono i roghi dei rifiuti che avvelenano l’aria. «Il vero grande rischio di questa emergenza è l’incendio dei cumuli di sacchetti: la diossina sprigionata può determinare conseguenze drammatiche», avverte il direttore sanitario del Santobono, Enrico De Canfora, ma senza riscontrare, al momento, una parallela impennata di ricoveri. Una prima indagine a cura dell’Isde Campania, eseguita attraverso la rete di pediatri iscritti all’associazione dei medici per l’ambiente, ha invece analizzato la frequenza delle gastroenteriti nei bambini. «Si rileva – scrive Gaetano Rivezzi, coordinatore Isde – che il numero di infezioni intestinali che accedono ai pronti soccorso di Napoli sono discretamente numerose, evidenziando una endemia più che una epidemia, caratteristica costante degli ultimi 3 anni. Qualche complicanza (convulsioni febbrili) si è verificata a seguito dell’ipertermia conseguente l’infezione, correlabile anche al caldo eccessivo di questi giorni. Una nota positiva è che manca una percezione di correlazione tra le enteriti e l’emergenza rifiuti; sono pochi, infatti, i genitori che attribuiscono l’infezione a una causa eziologica ambientale». E se l’obiettivo della task-force è quello di rilevare con esattezza la situazione sanitaria, attraverso le banche dati dei medici sentinella, ciò non esclude che nel corso della riunione possano essere predisposte altre misure di prevenzione. Attraverso campagne d’educazione e sensibilizzazione, ad esempio, sulle varie problematiche legate all’emergenza. «La rete dei pediatri – dice Fulvio Turrà, neo-presidente della Sip Campania – è disponibile a essere parte attiva anche per informare le famiglie su come contribuire a superare definitivamente la crisi. Un buon esempio è iniziare a differenziare i rifiuti per ridurre la quantità di spazzatura nelle strade». Quanto agli altri effetti, e ai rischi collaterali causati dall’assedio dei sacchetti, dalla centrale operativa del 118 di Napoli segnalano infine come, in particolare nei giorni scorsi, si sono avute grandi difficoltà nell’accesso all’ospedale dei Pellegrini e dell’Ascalesi, interdetto dai cassonetti rovesciati in segno di protesta.

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