Depuratore, inizio estate in agonia
In pieno avvio di stagione scatta l’allarme depurazione a Salerno e sulla fascia costiera, sempre più zeppa di turisti a bagnanti, distesi al solleone e in procinto di tuffarsi in un’acqua che auspicano sempre limpida e pulita. L’impianto di depurazione salernitano potrebbe fermarsi per effetto della crisi profonda che attraversa la Siis, la società che lo gestisce e con esso gestisce anche le reti di Baronissi, Giffoni Sei Casali e Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Pontecagnano Faiano, S. Mango Piemonte, Castigione dei Genovesi, Olevano sul Tusciano. Un impianto per 700 mila abitanti, con una rete di collettori di 85 km, che tratta all’incirca 110 mila metri cubi al giorno di acque reflue provenienti dalla città di Salerno e dai centri limitrofi, posto poco lontano dal mare, tra il capoluogo e Pontecagnano, a cui è affidata la pulizia delle acque e quindi quella del mare costiero. «Il quadro economico, soprattutto debitorio, è molto pesante, rischia di collassare - annunciano i lavoratori della rsu della Siis - Non ci sono più termini di sopravvivenza per l’approvvigionamento dei materiali per la depurazione, per la manutenzione degli impianti, per lo smaltimento dei fanghi, per la fornitura dell’energia elettrica, per il pagamento delle spettanze ai lavoratori». Per i lavoratori impegnati, che quotidianamente vivono la realtà del depuratore e le difficoltà, quindi, non ci sarebbero addirittura garanzie minime per il funzionamento dell’impianto e per la gestione delle reti idriche affidate alla Siis. Insomma, casse in rosso ed impossibilità di proseguire l’attività. E l’allarme viene lanciato non solo ai Comuni e ai gestori del ciclo delle acque, oltre che agli organi di governo provinciale, ma anche ai balneatori, agli albergatori, alle associazioni del commercio, informati del possibile stop, ieri mattina, dalle rappresentanti sindacali con una lettera. Se non si interviene con rapidità, quindi, quel depuratore potrebbe mettere a rischio la stagione balnerare ed estiva e la pulizia delle acque finora garantite. Una sorta di avviso da parte delle maestranze per quello che, da qui a poco, potrebbe verificarsi. Nel mirino finisce la gestione dell’impianto, che dovrebbe rappresentare la garanzia massima e che, invece, a causa di un eventuale stop, potrebbe creare serissimi problemi. Fermare il depuratore, infatti, significherebbe vietare il bagno ovunque, perché in mare andrebbero i reflui della città di Salerno e dei Comune che sversano nell’impianto. Quei 110 mila metri cubi di acque reflue, insomma. Questo è in ballo. Non allarmismo, però, da parte delle maestranze, ma il serio rischio che si corre, dal momento che non ci sarebbero neppure le risorse economiche per fornirsi di materiale necessario alla manutenzione e di proseguire la gestione normale dell’impianto. Una nuova tegola si abbatte su questo depuratore, da sempre e negli anni finito più volte nel mirino. Considerato da sempre il fulcro della pulizia del mare, ma anche il grande pericolo che questo non sia, nel caso si fermi, si blocchi, soprattutto quando aumenta il lavoro di depurazione con l'estate in pieno avvio e con mesi difficile dinanzi. Una nuova preoccupazione per la città, la prima all'indomani dell'insediamento del nuovo consiglio comunale del capoluogo. «Il perdurare della situazione in essere - chiosano i lavoratori - determinerà l'impossibilità a garantire la continuità della depurazione del ciclo integrato delle acque. E questo, nonostante l'impegno delle maestranze». Senza risorse economiche per acquistare i materiali, nessuna manutenzione potrà essere possibile, anche coi lavoratori in forza.