Roghi e proteste, rivolta ad Agnano tangenziale bloccata per due ore

Impianti saturi, raccolta a rilento: in strada 2000 tonnellate di rifiuti
25 giugno 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Lentamente l’Asia comincia ad abbattere le montagne di rifiuti che ammorbano le strade. Ieri sono state raccolte 1500 tonnellate di spazzatura e quindi oggi ce ne saranno circa 250 in meno. Ma la situazione con 2000 tonnellate ancora a terra continua a essere grave e le proteste si susseguono a ritmo incalzante. Così ai disagi per i rifiuti si aggiungono quelli per il traffico in tilt e per i roghi che, è bene ricordarlo, danneggiano la salute più delle montagne di sacchetti lasciati ad arrostire al sole. Nella notte tra giovedì e venerdì ce ne sono stati 55 e anche durante il giorno gli incendiari non si sono fermati appiccando il fuoco a una quindicina di cassonetti. La tangenziale è rimasta chiusa per più di due ore ed è stata liberata solo nel primo pomeriggio a causa di una protesta degli abitanti di via Astroni e via Ruggiero che hanno bloccato l’uscita di Agnano. Soliti cassonetti al centro della strada, soliti sacchetti sventrati, solite urla e solite proteste che non si sono placate nemmeno dopo l’arrivo di un primo camion dell’Asìa che non è riuscito a portare via l’intera giacenza. È stato necessario aspettarne un altro e solo al suo arrivo i manifestanti hanno accettato di liberare la carreggiata. Proteste anche in via Monteoliveto dove i vigili urbani sono stati costretti a spostare con le mani i sacchetti per permettere il passaggio delle auto. Caos in via Santa Lucia davanti alla sede della Regione dove i disoccupati del progetto Bros hanno improvvisato una specie di «differenziata fai da te» pescando nei cumuli e tirando fuori vetro e plastica. Il risultato: strada ancora più sporca. I senza lavoro si sono incontrati con i dipendenti di Sma e Iacorossi e insieme hanno stoppato la circolazione fino alla tarda mattinata quando si sono trasferiti davanti alla Prefettura. La riapertura del capannone dell’Igica a Caivano, del sito di Italambiente ad Acerra e di quello di via delle Brecce a Napoli stanno permettendo, almeno per ora, all’Asìa di sversare un po’ più celermente. A rilento, invece, funzionano ancora gli stir dove la partecipata del Comune di Napoli ieri ha potuto conferire solo parte della quota assegnata: 429 tonnellate su 700 a Giugliano e 240 su 400 a Tufino. Gli impianti, infatti, restano ancora ingombri della frazione umida. E liberarli resta difficile visto che restano attivi solo i trasferimenti verso la Toscana e verso la Sicilia, una regione a sua volta in emergenza che, come ha spiegato l’assessore Romano nella sua relazione in consiglio regionale, ha accettato spontaneamente di prendersi la nostra spazzatura. Da giorni si continua a lavorare all’accordo con le Marche che non è stato, però ancora chiuso: dovrebbero viaggiare dirette verso l’Adriatico 1500 tonnellate di frazione umida. Il meccanismo, dunque, si muove a rilento. Per questo, mentre si continua ad aspettare l’intervento del governo che dovrebbe permettere lo smaltimento in alte regioni anche senza il sì degli amministratori, si lavora anche sull’ipotesi di riaprire Macchia Soprana nel salernitano, e di allargare i siti esistenti, a partire da quello di San Tammaro (Caserta), come del resto è previsto anche dal piano regionale. Nell’unica discarica disponibile in Provincia di Napoli, quella di Chiaiano, invece, continuano a essere portate cento tonnellate per notte, visto che il sito è ormai in esaurimento. L’altra notte si è tenuto un vertice notturno a Roma nella sede della Protezione Civile, al quale ha partecipato anche il direttore della Sapna Giovanni Perillo, proprio per studiare le migliori soluzioni tecniche.

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