La mossa del premier: San Tammaro e Serre

La mossa del premier: San Tammaro e Serre
24 giugno 2011 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

In attesa che si trovi un accordo sul decreto antirifiuti, Silvio Berlusconi punta sui siti di trasferenza e sulle discariche per arginare la crisi che a Napoli si fa sempre più drammatica. Di fronte alle resistenze della Lega, il presidente del Consiglio sembra orientato ad evitare lo scontro e a individuare soluzioni sul territorio. Ma non esclude un intervento del Consiglio dei ministri. Del resto su questo punto dal Quirinale è arrivato un messaggio chiaro: «Subito il decreto», per superare l’emergenza in tempi rapidi. Berlusconi ha discusso del problema nelle scorse ore a Montecitorio in una riunione con una delegazione di parlamentari campani, guidata dal coordinatore regionale del Pdl Nicola Cosentino e dal presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, preceduta da un vertice con la Protezione civile. Deputati e senatori si sono divisi in due anime: da un lato i cosentiniani, più cauti («uno scontro in Parlamento sarebbe una follia» dice Amedeo Laboccetta); dall’altro chi condivide la posizione del governatore Stefano Caldoro, pronto alla battaglia contro il Carroccio («non accettiamo imposizioni e siamo pronti anche ad azioni forti» avverte Mario Landolfi). La mediazione politica va avanti senza sosta, ma nel frattempo il presidente del Consiglio pensa a una serie di misure immediate: in primis la riapertura della discarica di Macchia Soprana, nel Salernitano, che può ospitare altre 100mila tonnellate di rifiuti (e garantire così un’autonomia di 200-250 giorni). Per centrare l’obiettivo bisogna però superare le resistenze del territorio e lo stop imposto dal presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, che è stato categorico: «Non daremo mai più l’assenso ad accettare un solo sacchetto proveniente da Napoli». La seconda tappa è l’ampliamento dello sversatoio di San Tammaro, in provincia di Caserta, nella misura del 15 per cento: il sito, aperto il 10 luglio del 2009, può ospitare un milione e 700mila tonnellate di rifiuti ma è in via di esaurimento. Non si escludono, inoltre, interventi in provincia di Napoli dove sono stati individuati siti di trasferenza (ad Acerra e Caivano) che hanno scatenato la rivolta dei cittadini. In parallelo si lavora per il trasferimento dei rifiuti all’estero (in Spagna, Germania e in alcuni Paesi del Nord Europa): il governatore Stefano Caldoro ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri Franco Frattini (ma ci sono stati contatti anche con il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo) allo scopo di organizzare «un’iniziativa di coordinamento tra la Regione e la Farnesina per monitorare e favorire gli accordi transfrontalieri delle società comunali e provinciali che si occupano della raccolta, con i Paesi che hanno dato disponibilità con i loro impianti». Cesaro, che ha disposto l’ampliamento del sito di stoccaggio temporaneo in via Nuova delle Brecce, chiede invece ai sindaci dell’hinterland napoletano di fare la loro parte: «Agire. Agire. Agire. Non possiamo nasconderci dietro un dito. Ha ragione Cusenza quando chiede collaborazione interistituzionale. Ha ragione Galasso quando chiede il conto ai massimi rappresentanti istituzionali del territorio. La situazione che si è venuta a creare parla da sola. Nessuno può essere esente da critiche. Sono finiti i tempi del temporeggiamento, delle riflessioni, delle concertazioni: questa dev’essere la stagione delle decisioni, delle scelte, delle azioni. Tutti sono avvertiti, non ci sono più spazi per i tentennamenti. Se si cammina uniti va meglio. Altrimenti andrò comunque avanti». Il presidente della Provincia è pronto a un impegno bipartisan: «Non possiamo più guardare - sottolinea - ai partiti politici, al consenso elettorale, a opportunismi di bandiera e ad ipotesi di boicottaggi. Il nemico è ormai uno solo: l’immobilismo».

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