Consorzio rifiuti, barricate davanti agli impianti
Un’altra giornata di tensione, di blocchi, di disservizi e polemiche sul versante rifiuti. Dopo aver seminato il panico in città, martedì scorso, manifestando davanti alla Provincia e paralizzando la sede del Consorzio unico in corso Giannone, ieri i lavoratori hanno protestato ancora contro la mancata corresponsione dello stipendio di giugno e della quattordicesima. Alcune decine di manifestanti hanno così deciso di portare la protesta al di fuori della città, direttamente nei pressi degli impianti, impedendo qualsiasi attività nei siti, comprese quelle di conferimento dei rifiuti. I dipendenti in agitazione hanno bloccato gli accessi allo Stir di Santa Maria Capua Vetere e la discarica «Maruzzella» di San Tammaro. Le spettanze ai dipendenti non sono state erogate per la mancanza di fondi determinata da crediti per centinaia di migliaia di euro che il Consorzio vanta rispetto ai Comuni del Casertano associati, alcuni dei quali non hanno mai versato le quote spettanti. Ecco perché il Consorzio si trova - mese per mese - in costanti difficoltà finanziarie. E ogni mese irrompe la rabbia dei lavoratori che lamentano il mancato pagamento degli stipendi. Anche ieri i lavoratori hanno bloccato per alcune ore corso Giannone, nel centro storico di Caserta, sostando davanti alla sede del Consorzio: una scena che ormai si ripete da tempo. Qualche momento di tensione, in prossimità dei siti già martedì, soltanto quando alcuni dei manifestanti sono saliti su una scala interna della struttura. Sul posto gli uomini delle forze dell’ordine che hanno impedito che la situazione degenerasse e unità di pronto soccorso inviate dall’Asl in caso di necessità, visto il gran caldo di ieri. Ma il tema rovente resta quello della liquidità di cassa dell’ente consortile che, soltanto in relazione ai debiti pregressi maturati dai comuni, attende il versamento delle quote dovute per circa 110 milioni di euro ai quali vanno aggiunti i circa 20 milioni di spettanze relative ai primi sei mesi del 2011 e mai versate. Insomma, una situazione difficilissima che ha indotto ieri il prefetto di Caserta Ezio Monaco, a inviare una lettera-diffida ai sindaci dei Comuni morosi con un ultimatum: o si avvia una fase di risanamento dei conti e di rientro dal debito nei confronti del Consorzio, o si avviano le procedure per lo scioglimento. Intanto, anche la Provincia di Caserta - nei confronti della quale sono, tra l’altro, state intraprese azioni di inibizione di alcune somme di denaro da parte di società a loro volta in contenzioso con lo stesso Consorzio - sta tentando di trovare una soluzione tecnicamente sostenibile per risolvere il problema. Ieri i dirigenti e i tecnici di corso Trieste, coordinati dal direttore generale Raffaele Picaro, hanno contattato la Provincia di Napoli, debitrice di almeno otto milioni di euro nei confronti della Provincia di Caserta affiché attraverso la Sapna, la società provinciale che a Napoli gestisce le attività connesse al ciclo dei rifiuti, possa «girare» su corso Trieste un anticipo delle somme e dare così un po’ di ossigeno alle finanze del Consorzio, cui verrebbero anticipati questi fondi. Insomma, un tentativo - ancorché complesso - di mediazione i cui esiti sono ancora incerti. Come incerta appare per ora, nonostante tutto, la reale eventualità che i Comuni morosi possano subito mettersi in regola. Con un unico grande rischio: che essendo paralizzati gli impianti e la raccolta, il territorio di Caserta e provincia potrebbe ripiombare nell’ennesima situazione di crisi rifiuti.