Miasmi e caldo picco di ricoveri negli ospedali
I medici: siamo pochi, si rischia il caos
I malori provocati dal caldo associato ai miasmi dei rifiuti ha aumentato del 10-15 per cento gli accessi ai pronto soccorso degli ospedali cittadini. Il dato, inquietante, viene reso noto da Fernando Schilardi, presidente del Simeu, la Società italiana di medicina di emergenza e urgenza. Negli ultimi giorni, dunque, secondo il leader dei dottori che lavorano nei reparti di medicina d’urgenza c'è stata un’impennata di arrivi nei reparti di emergenza degli ospedali Napoli. Spiega Schilardi: «Le cause di questa ondata di accessi, oltre al caldo e ai malori causati dalle esalazioni emanati dall’immondizia in decomposizione, è da ricercare anche in altre cause. Per esempio il blocco del turnover di medici e infermieri e la conseguente riduzione di posti letto». «La maggior parte degli arrivi nei reparti di emergenza della città - dice Schiraldi - è rappresentata soprattutto da pazienti con problemi di insufficienza cardiorespiratoria». Il caldo torrido di questi giorni e l’aria malsana sono, dunque, un mix esplosivo per chi ha problemi cardiaci e respiratori. In particolar modo gli anziani. «Concludendo - ammette il presidente del Simeu - anche se il collegamento con l'emergenza rifiuti non è, al momento, dimostrabile, non mi sento di escluderlo». I miasmi e il fumo dei roghi creano anche problemi respiratori nei soggetti allergici. E, se si considera che il trenta per cento della popolazione è afflitta da allergie più o meno gravi, il conto è presto fatto. Sono tanti i pazienti che ricorrono alle cure dei medici ospedalieri per risolvere questioni legate alle allergie. Dal canto suo la professoressa Maria Triassi, docente al policlinico Federiciano e presidente della sezione Campania della Siti, la società italiana di igiene e medicina preventiva, ribadisce: «La cosa più preoccupante dell’emergenza rifiuti a Napoli è l’enorme proliferare di blatte, topi e insetti, causato dai cumuli di spazzatura nelle strade. Un ”veicolo” che contribuisce all’aumento esponenziale di batteri pericolosi, come quelli di salmonella e leptospirosi. «Se entro 24-36 ore, con le temperature che stanno continuando a crescere, non sarà rimossa la spazzatura, credo si possano creare gli estremi per la chiusura degli esercizi commerciali, dei ristoranti, delle rivendite alimentari e, addirittura, ritengo sia messa in pericolo l'abitabilità di alcuni quartieri». «Il rischio per la città e la provincia - avverte ancora Maria Triassi, - potrebbe essere l’esplosione di epidemie di tifo o colera». E sulla possibiltà di una ”class action” contro i danni alla salute provocati dall'emergenza rifiuti e dai ritardi delle istituzioni - promossa in queste ore via internet da un gruppo di medici napoletani - la Triassi si dice favorevole: «L'azione collettiva - spiega la docente - è un diritto di tutti i cittadini sfiancati da anni passati ad essere vittime di istituzioni che non hanno fatto nulla contro una situazione assurda e pericolosa per la salute». Infine per la Triassi è necessario e urgente l'intervento di rimozione della spazzatura, per evitare che in città si ripetano scenari drammatici già visti in passato. «Come società scientifica - conclude la docente - abbiamo più volte negli ultimi anni sollecitato il governo locale con studi e ricerche sugli effetti negativi per la salute dei cittadini legati anche agli odori sprigionati dai cassonetti stracolmi di ogni tipo di rifiuto». Intanto, dai cumuli di spazzatura, fuoriescono blatte enormi che stanno prolificando paurosamente. E topi, insetti: animali che possono contribuire all'aumento esponenziale di batteri pericolosi, come quelli di salmonella e leptospirosi. Senza contare i problemi respiratori causati dalla diossina sprigionata dai roghi dei sacchetti.