Rischio infezioni medici pronti alla class action
«Class action contro i danni alla salute provocati dai rifiuti e dall’inerzia delle istituzioni che, per legge, sono chiamate a individuare le discariche dove portare la spazzatura lasciata a marcire nelle strade». A promuovere la mega-azione collettiva, i medici per l’ambiente: raggruppati sotto la sigla dell’Isde, invitano i cittadini a contattare l’associazione (via e-mail, all’indirizzo isdecampania@gmail.com) «per segnalare condizioni di malessere e patologie collegabili, in modo da poter avere anzitutto una percezione del fenomeno» dice Gaetano Rivezzi, coordinatore in Campania dell’Isde. Ma l’obiettivo, sottolinea il pediatra, è anche quello di migliorare la prevenzione sanitaria: «Fare fronte comune sul problema dello smaltimento dei rifiuti e della raccolta differenziata; da una parte, per sottolineare che i rischi igienici non sono affatto marginali; dall’altra parte, per pretendere che i cittadini e le istituzioni, insieme, si impegnino per uscire dallo stato di emergenza che dura da tanti, troppi anni. Occorre una azione che dia la scossa per spezzare questo circolo vizioso che ci spinge nel degrado» aggiunge il medico. Sul versante più tecnico, l’iniziativa provocatoria, che in questi giorni verrà lanciata anche attraverso i blog dei medici per l’ambiente, è un modo «per approfondire l’analisi clinica dopo i risultati, spesso scontati, degli studi scientifici sulle patologie correlate ai rifiuti urbani». Questo il ragionamento: la città è sporca, il rischio infezioni aumenta. «Ma il dato può sfuggire nelle valutazioni epidemiologiche», spiega Rivezzi, «perché sono numerose le variabili da tenere in considerazione. E, oltre alle patologie più gravi come la salmonellosi o la leptopsirosi, che si verificano raramente, accade spesso che il degrado possa indurre uno stato di malessere e piccole patologie che non sono prese in considerazione nelle schede di allerta compilate dai colleghi». Aggiunge il professionista: «Nel 2008, lo studio promosso dal ministero della salute, coinvolgendo i medici sentinella, proprio per questi motivi non portò a dimostrare il nesso tra rifiuti-patologie. Ma ciò non significa poter dire che i danni siano stati inconsistenti. Ieri come oggi. La prevenzione di tutte le malattie comincia con la cura dell’igiene. Col degrado che imperversa, le conseguenze sulla salute sono a cascata». Un esempio? «Caldo e rifiuti costituiscono un binomio micidiale anzitutto per i bambini, i più colpiti da gastroenteriti e altre patologie virali». È il motivo per cui i professionisti dell’Isde hanno anche deciso di «scendere in strada, indossando il camice bianco, pur fare comunicazione diretta sull’importanza di potenziare le misure di igiene. La prima regola è lavare spesso le mani, la seconda contribuire con l’amministrazione comunale alla differenziazione dei rifiuti, separando in primo luogo l’umido (che produce percolato) dagli altri materiali. Se c’è una regia occulta che limita questa azione, bisogna spazzarla via. In ogni caso, ognuno deve fare la sua parte» conclude Rivezzi.