Notte di raid scatta l'indagine della Procura
Ore 20,30 blocco in via Santa Maria Ogni Bene. Ore 20,23 rifiuti sparsi in via Santa Brigida. Ore 20,52 rivolta alla Speranzella. Ore 23,13 incendio di rifiuti in via Bracco. Ore 0,15 barricate a Santa Lucia. E ancora ieri sera, poco dopo le 21: una ventina di persone, tra cui anche qualche bambino, con addosso tute monouso di colore bianco e mascherine sulla bocca, hanno prelevato sacchetti d’immondizia maleodoranti dai vicoli dei Quartieri Spagnoli per gettarli lungo via Toledo. A poche centinaia di metri, a Piazza Trieste e Trento, un altro gruppo di persone ha rovesciato i cassonetti colmi d'immondizia. Carriole cariche di sacchetti e cassonetti trascinati senza che nessuno intervenisse. Niente vigili, nè polizia per un’ora. Poi sul posto, tra i turisti che fotografano e filmavano la scena, sono arrivati anche il comandante della polizia municipale Sementa e il dirigente della Digos Bonfiglio. Dai Quartieri-pattumiera il travaso di immondizia nella via dello shopping appena ripulita, mentre arrivano anche i mezzi dell’Asìa e partono i caroselli di scooter che «festeggiano» la rivolta. C’è anche chi grida «Bastardi, bastardi» alle divise, dai balconi volano sacchetti, e alla fine si riprova con la mediazione. Quella delle ultime ore è la cronaca dall'inferno. Le proteste, i raid, gli atti di teppismo si succedono ormai a ritmo incessante. Gli episodi più gravi nel centro di Napoli dove la notte ha portato roghi e cassonetti rivoltati anche in via Maddalena, in via Tarsia, alla riviera di Chiaia e in via Bixio. Solo manifestazioni spontanee? Difficile dirlo, almeno per il momento. La Questura sta monitorando momento per momento la situazione mantenendo un filo costante con la Procura e con la Prefettura. «Se emergeranno ipotesi di reato riguardanti una regia occulta indagheremo per individuare i responsabili – dice il procuratore Giovandomenico Lepore - Al momento stiamo facendo accertamenti per identificare le persone che ricorrono alla violenza bruciano cassonetti e immondizia e procurando danni alla salute di tutti i cittadini a causa della diossina che si sprigiona dai roghi». Situazione incandescente anche ad Acerra dove si susseguono episodi inquietanti. Intorno a mezzanotte nei pressi del capannone di italambiente, dove sta arrivando la frazione secca prodotta dagli stir, sono stati incendiati due autocarri della ditta Ecoservice di Lacedonia: una vicenda sulla quale il commissariato diretto dal vicequestore Sergio Di Mauro indaga a tutto campo. Non sembra che questi atti di teppismo possano collegarsi alle proteste dei comitati ambientalisti. Più concreta l'ipotesi di un ritorno sulla scena delle ali estreme del movimento dei disoccupati. Nelle prime ore della mattinata, ancora ad Acerra, sono state divelte le sbarre del passaggio a livello ferroviaria e sono state rimosse alcune trasversine. Risultato: circolazione ferroviaria sospesa,dalle 6.35 alle 8.05 sulla linea Napoli-Caserta, cancellate 13 corse, 4 convogli instradati su itinerario alternativo e ritardi fino a 40 minuti. Poi per tutta la giornata le manifestazioni si sono susseguite davanti ai capannoni di Italambiente. E mentre la rivolta divampa la raccolta non riesce a decollare. I lavoratori di Lavajet, la ditta ligure che per Asìa raccoglie la spazzatura del centro, dopo un'assemblea con i dirigenti si sono impegnati a riprendere a lavorare a pieno ritmo dopo le proteste dei giorni scorsi e il neanche troppo sotterraneo sabotaggio della raccolta. Tanto che lunedì il sindaco De Magistris aveva parlato di «fatti inquietanti» e di «episodi denunciati alle forze dell'ordine»: i dipendenti di Lavajet avrebbero minacciato i netturbini mandati in zona dalla partecipata del Comune di Napoli. «Fatti gravi, se verificati», dice il procuratore Lepore. Anche lunedì gli operai dell'impresa ligure si erano impegnati a svuotare i cassonetti ma nella nottata successiva sono state raccolte tra le 30 e le 70delle previste 300 tonnellate. Asìa, invece, ha raccolto circa 1200 tonnellate, quindi restavano a terra le stesse 2360 tonnellate del giorno precedente. In serata la raccolta è ripresa nella speranza di recuperare qualcosa. La partecipata per cercare di tamponare l'ennesima crisi ha stabilito un piano di priorità intervenendo prima su ospedali, scuole, strade principali, luoghi di aggregazione. È stata poi disegnata una mappa dei punti critici che si cerca di liberare dalla monnezza. «Capisco l'esasperazione dei cittadini – dice il presidente dell'Asìa Raphael Rossi – ma è necessario garantire prioritariamente gli interventi necessari per tutelare al massimo la salute pubblica».