Caldo, miasmi e insetti: paura cumuli «Situazione grave ma evitare psicosi»

Chiranni, primario infettologo del Cotugno: patologie sotto controllo
20 giugno 2011 - Marisa La Penna
Fonte: Il Mattino

Montagne di rifiuti che emanano miasmi insopportabili. E poi invasioni di topi, blatte e insetti di ogni tipo. Il timore di contrarre infezioni è al primo posto tra le paure dei napoletani. Gli esperti sono divisi. C’è chi, come la professoressa Maria Triassi, direttore del dipartimento di Igiene dell’Università Federico II, paventa il rischio di epidemie. E chi, come l’infettivologo Antonio Chirianni, dell’ospedale specializzato in malattie infettive Cotugno, dati alla mano, sostiene che l’emergenza rifiuti non ha fatto aumentare i ricoveri per malattie oro fecali, salmonelle o patologie riconducibili ad infezioni generate, appunto, dalla massiccia presenza di spazzatura per le strade. Antonio Chirianni, specialista in malattie infettive, da quasi vent’anni titolare di uno dei reparti più specialistici del nosocomio vomerese, quello per malati di aids, dice, infatti: «No. Mi assicurano dalla direzione sanitaria che non c’è una crescita di ricoveri per salmonelle o altre malattie oro fecali». Eppure la dottoressa Maria Triassi, direttore del dipartimento di Igiene dell'Università Federico II ha dichiarato che alcuni medici di famiglia hanno segnalato un incremento dei casi di gastroenterite. Ed ha sostenuto che la causa potrebbe essere, appunto, la presenza dei rifiuti in strada. Ma, sul fronte dei ricoveri, assicura Chirianni «non c’è, al Cotugno, un aumento di malattie riconducibili ai rifiuti». Insomma per il primario dell’ospedale vomerese i miasmi emanati dai grossi cumuli di rifiuti che ristagnano da giorni per le strade, al di là del fastidiosissimo cattivo odore, non determinerebbero infezioni. Tantomeno le blatte, i topi e gli insetti che sono aumentati a vista d’occhio in prossimità delle montagne di spazzatura. «Sicuramente la situazione rifiuti è un problema gravissimo. Ma non è ancora un problema igienico di sanità pubblica. I rifiuti ammucchiati agli angoli delle strade, per quanto maleodoranti e fastidiosi non possono innescare malattie infettive. Le malattie infettive, insomma, hanno altro tipo di trasmissione. Ematica, per esempio. Quelle a trasmissione aerea, potrebbe essere la tubercolosi. E non è certo una conseguenza dei rifiuti». Cosa ben diversa sono i fumi che si sprigionano dai roghi di spazzatura incendiati dai cittadini esasperati. Ma al di là dei danni provocati dalla diossina, neppure quel fumo trasmette malattie infettive, assicura il medico del Cotugno. E spiega: «Paradossalmente dare fuoco ai rifiuti significa distruggere i germi: il calore, come è noto, ammazza i germi. Ma, per carità, non voglio affatto indurre la popolazione a incendiare cumuli di spazzatura. I rischi che derivano dai roghi, come è noto sono altri. Ma non sono la persona giusta per parlarne». In quanto ai suggerimenti per evitare infezioni il medico del Cotugno consiglia di lavarsi spesso le mani con un sapone qualsiasi. E, soprattutto, di lavare frutta e verdura con acqua abbondante. Ma gli ospedali sono attrezzati rispetto a una eventuale epidemia di malattie orofecali? Risponde sempre Chirianni: «Il nostro ospedale è sempre attrezzato per le epidemie. Ma non ci aspettiamo un’epidemia che scaturisca dall’emergenza spazzatura che, ribadisco è sicuramente un problema grave per la città, ma non dal punto di vista infettivo. Dal canto suo, in merito alla proliferazione di topi, blatte e altri insetti, la professoressa Triassi aveva dichiarato, l’altro giorno, che «la disinfestazione non è una soluzione valida perchè il disinfettante viene spruzzato sopra i cumuli e non dentro». Il docente aveva indicato poi, tra le soluzioni da adottare subito, «l’individuazione di un sito di trasferenza anche momentaneo per liberare le strade della città». «Non si può fare a meno del termovalorizzatore - aveva concluso - rinunciare a questo impianto è un errore. Se utilizzato dopo una buona raccolta differenziata, il termovalorizzatore produce energia e questo aspetto non va sottovalutato». .

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