Casoria, sacchetti lanciati contro il palazzo municipale
E il sindaco di Giugliano avverte: "Siti di stoccaggio? Non più qui"
L’emergenza rifiuti non finisce a Napoli. I sacchetti dilagano e si gonfiano in cumuli spettrali anche in provincia. Spettrali e soprattutto maleodoranti, tali da rendere l’aria irrespirabile. Attrattori di topi, insetti, blatte. Diecimila tonnellate tra Napoli e provincia. Casoria, Arzano, Casavatore, Cicciano. I residenti dei Comuni a nord di Napoli sono esasperati, e con l’arrivo del caldo intenso esplode la protesta. E intanto, sentito che dai palazzi istituzionali di Napoli si è alla ricerca affannosa di siti dove piazzare questo mare di spazzatura, il sindaco Pdl di Giugliano mette le mani avanti. «Per liberare Napoli e la provincia dai rifiuti bisognerà allestire siti di stoccaggio e trasferenza? Sarà, ma non nel Giuglianese», fa sapere con tempismo Giovanni Pianese. «Il nostro è un territorio già provato e da bonificare, come anche alcuni ambientalisti molto attivi in zona chiedono giustamente da tempo». Un no, quello di Pianese, che vuol essere un argine a ogni richiesta di disponibilità. «E che non si chieda di poter utilizzare qualche piazzola di Taverna del Re, il sito che già ospita da diversi anni ben sei milioni di ecoballe di spazzatura», ripete. Nel frattempo a Casoria i cittadini hanno sfogato ieri la loro rabbia bloccando il centro alle auto con i sacchetti in decomposizione. Mentre nel quartiere di Arpino, i cittadini hanno sfogato la loro rabbia lanciando buste stracolme contro la sede distaccata del Comune. Lo scenario a Casoria è critico, il rischio igienico-sanitario aumenta a dismisura così basta un nonnulla, come la puntura di un insetto al braccino di una bimba di un anno e mezzo per provocare la rabbia di un intero quartiere del paese, com’è accaduto ieri. Mentre il neosindaco Vincenzo Carfora vede crescere davanti a sè un problema che sta assumendo proporzioni drammatiche. Lo stesso, però, accade negli altri comuni limitrofi, a Casavatore e anche ad Arzano, dove prima della nuova emergenza la differenziata era arrivata a quasi il 55%. «Ora c’è stato un brusco dietrofront - si allarma il sindaco di Arzano, Giuseppe Antonio Fuschino - La gente sembra non voler collaborare più e il servizio rischia di precipitare». I sindaci della provincia ce l’hanno con Napoli e Caivano, che in discarica hanno la priorità per sversare, mentre gli autocompattatori di Casoria, Arzano e Casavatore restano nell’area anche 36-48 ore prima di scaricare. Anche Raffaele Arvonio, sindaco di Cicciano - altro comune precipitato nell’ennesima emergenza - sbotta: «Sto già chiamando i sindaci dell’area nolana per cercare di cambiare la tempistica per conferire allo Stir». Arvonio preannuncia gesti forti: «Venerdì abbiamo una riunione con il tavolo dei Comuni e proporrò di metterci davanti ai compattatori napoletani se i nostri non conferiranno per primi i nostri rifiuti. Non siamo la pattumiera del capuologo».