Impianti stracolmi, a terra 2000 tonnellate

Roghi e barricate in periferia
I dipendenti della Lavajet bloccano i camion: pagateci lo stipendio
17 giugno 2011
Fonte: Il Mattino

Impianti stracolmi, sversamenti a rilento: e così oggi a terra ci saranno nuovamente duemila tonnellate mentre in provincia, lo ha detto l’ex presidente dell’Asìa Claudio Cicatiello poche ore prima di essere sostituito da Raphael Rossi, ci sono in strada ben diecimila tonnellate. La spazzatura, che ormai deborda nei quartieri periferici, da Pianura a San Giovanni, da Bagnoli a Fuorigrotta a Ponticelli, comincia a stringere d’assedio anche il centro cittadino. E oggi sarà anche peggio, perché i camion della Lavajet, la ditta che ripulisce il centro della città, ieri sera erano quasi tutti pieni. Come del resto quelli di Asìa: alle 19 di ieri sera c’erano 62 mezzi ancora carichi di spazzatura. Se non ci sarà una sostanziale, e per il momento improbabile, inversione di marcia, entro domenica a Napoli si arriverà a tremila tonnellate non raccolte. Intanto in città il clima diventa sempre più teso. Nella tarda serata di mercoledì una trentina di donne ha dato alle fiamme i cassonetti a Licola, un altro manipolo ha incendiato la monnezza sulla Domiziana all’altezza del ristorante Valentino. In via Picasso a Pianura i contenitori per i rifiuti venivano utilizzati per alzare barricate, mentre in via Modigliani, nello stesso quartiere, veniva impedito a nove bus di circolare. Il peggio in via De Roberto dove dei dipendenti della Lavajet fino a notte inoltrata impedivano ai compattatori di uscire per raccogliere i sacchetti. I lavoratori della ditta appaltatrice del Comune, non avevano, infatti, ricevuto lo stipendio. La vertenza è stata avviata a soluzione ieri: l’Asìa, infatti, dovrebbe versare all’impresa i soldi necessari a saldare le spettanze del personale sedando così la protesta. E dopo l’inferno della nottata una nuova giornata difficile. L’Asìa non è riuscita a sversare nemmeno una delle 350 tonnellate previste per l’impianto di Santa Maria Capua Vetere, che è praticamente fermo perché ingombro di frazione secca: il termovalorizzatore di Acerra al momento, infatti, ha una linea in manutenzione e riesce, quindi a bruciare poco più di mille tonnellate, mentre gli stir della Campania ne producono quattromila. Conferimenti ancora a rilento anche a Giugliano, Tufino e Caivano: gli impianti stanno scoppiando. In esaurimento anche la discarica di Chiaiano.

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