"Umido fuori regione o sarà crisi"
Se oggi il Governo non varerà il decreto che autorizza la Campania a trasportare fuori regione la frazione umida dei rifiuti provenienti dagli impianti di tritovagliatura, presto i sanniti potrebbero essere costretti a tenere in casa la propria immondizia. A lanciare l’allarme è Luigi Diego Perifano, da novembre del 2010 aministratore unico della Società Provinciale per i rifiuti, la Samte Qual è la sua opinione su ciò che sta accadendo? «La situazione è davvero molto critica, ed è destinata a precipitare. Il rischio di una nuova emergenza rifiuti, e per di più in piena estate, è concreto. E la raccolta dei rifiuti potrebbe fermarsi subito non solo a Napoli, ma anche a Salerno. Dopodichè, come nell’effetto domino, verrebbero coinvolte anche le altre realtà provinciali, compreso il Sannio». Perché l’emergenza dovrebbe coinvolgere anche Benevento? «Se vanno in crisi Napoli e Salerno, con circa 3,5 milioni di abitanti, il termovalorizzatore di Acerra, come accaduto altre volte, funzionerà prioritariamente a beneficio delle aree metropolitane, dove la situazione è più pesante. Ciò significa, ed è già successo, che noi non potremo regolarmente conferire ad Acerra la frazione secca dei rifiuti lavorati presso lo Stir di Casalduni. A questo punto, siccome lo stoccaggio di rifiuti a Casalduni non è tecnicamente e normativamente consentito oltre un certo quantitativo, saremmo costretti a fermare l’impianto: in pratica quello che si è verificato la scorsa settimana nello Stir di Battipaglia. Inutile dire che se si ferma lo Stir, si ferma la raccolta». E allora, come se ne esce? «E allora speriamo che oggi il Governo vari il decreto legge o saranno guai seri». Ma come si è arrivati alle soglie di una nuova emergenza? «Il 4 gennaio 2011 alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, fu siglato un accordo fra Governo, Regione e le cinque Province della Campania allo scopo di prevenire situazioni di crisi. Il punto è che la Provincia di Benevento ha rispettato il protocollo siglato, altri no. A Napoli si doveva aprire una nuova discarica, in sostituzione di quella di Chiano praticamente esaurita, e non è stato fatto. A Salerno si doveva riaprire la discarica di Macchia Soprana, e non è stato fatto. È evidente che si fermano i flussi di smaltimento fuori regione, come purtroppo sta accadendo a seguito di una sentenza del Tar Lazio, il sistema va in tilt, e siamo punto e daccapo. È chiaro che nelle dinamiche che portano a quest’emergenza infinita c’è qualcosa di diabolico».