Il procuratore generale Galgano
«Ma i reati non si valutano per opportunità»
«Gli elementi per gli arresti c'erano, dai magistrati nessuna fronda»
31 maggio 2008 - Fulvio Bufi
Fonte: Corriere della Sera
Il procuratore generale di Napoli Vincenzo Galgano è un magistrato che mai si sognerebbe di giustificare o accettare uno scontro tra istituzioni dello Stato.
«Una fronda della magistratura contro il potere politico? Ma nemmeno per sogno. Mai e poi mai in questa città potrà accadere una cosa del genere. Né altrove, ritengo».
Ma il presidente Berlusconi non è stato tenero verso chi ha condotto l'inchiesta sui commissariati straordinari.
«Per quanto mi risulta chi esercita l'azione penale a Napoli lo ha sempre fatto ispirato da una consapevole e responsabile volontà di collaborare con il governo, questo o un altro non fa differenza. Ma è ovvio. Qualunque governo rappresenta il popolo, e vogliamo che la magistratura non sia leale? Ma non scherziamo, per favore».
Berlusconi non scherza quando auspica che non ci siano più inchieste come quella che l'altro giorno si è chiusa con venticinque arresti.
«Ma anche in questo caso io credo che il discorso sia molto semplice: se sono state accertate violazioni della legge da parte di chi doveva occuparsi di risolvere l'emergenza rifiuti, non si discute».
Veramente di quell'inchiesta si sta discutendo da tre giorni.
«Io non mi faccio mettere in mezzo e certo a queste discussioni non partecipo. Ma parlo da magistrato. E dico: i reati ci sono stati oppure no? Se il gip ha accolto le richieste della Procura vuol dire che gli elementi per fare quegli arresti c'erano. Che c'erano le imputazioni ».
C'è chi dice che bisognava tenere conto anche di una questione di opportunità.
«E non è un discorso che posso accettare. I reati non si valutano per opportunità. Se ci sono vanno perseguiti.
E allo stesso modo chi viene accusato ha gli strumenti di legge non solo per difendersi ma anche per impugnare i provvedimenti».
Oggi la magistratura napoletana si sente sotto accusa?
«No, perché lavora con spirito di servizio e lealtà. Altri dovrebbero sentirsi sotto accusa».
E chi sono questi altri?
«Beh, mi sembra che le responsabilità della situazione di degrado in cui si trova Napoli non sono ancora state attribuite a nessuno, ma di qualcuno saranno. E penso che quel qualcuno dovrebbe sentirsi sotto accusa. Non certamente la magistratura».
«Per quanto mi risulta chi esercita l'azione penale a Napoli lo ha sempre fatto ispirato da una consapevole e responsabile volontà di collaborare con il governo, questo o un altro non fa differenza. Ma è ovvio. Qualunque governo rappresenta il popolo, e vogliamo che la magistratura non sia leale? Ma non scherziamo, per favore».
Berlusconi non scherza quando auspica che non ci siano più inchieste come quella che l'altro giorno si è chiusa con venticinque arresti.
«Ma anche in questo caso io credo che il discorso sia molto semplice: se sono state accertate violazioni della legge da parte di chi doveva occuparsi di risolvere l'emergenza rifiuti, non si discute».
Veramente di quell'inchiesta si sta discutendo da tre giorni.
«Io non mi faccio mettere in mezzo e certo a queste discussioni non partecipo. Ma parlo da magistrato. E dico: i reati ci sono stati oppure no? Se il gip ha accolto le richieste della Procura vuol dire che gli elementi per fare quegli arresti c'erano. Che c'erano le imputazioni ».
C'è chi dice che bisognava tenere conto anche di una questione di opportunità.
«E non è un discorso che posso accettare. I reati non si valutano per opportunità. Se ci sono vanno perseguiti.
E allo stesso modo chi viene accusato ha gli strumenti di legge non solo per difendersi ma anche per impugnare i provvedimenti».
Oggi la magistratura napoletana si sente sotto accusa?
«No, perché lavora con spirito di servizio e lealtà. Altri dovrebbero sentirsi sotto accusa».
E chi sono questi altri?
«Beh, mi sembra che le responsabilità della situazione di degrado in cui si trova Napoli non sono ancora state attribuite a nessuno, ma di qualcuno saranno. E penso che quel qualcuno dovrebbe sentirsi sotto accusa. Non certamente la magistratura».