«Assetti societari cambiati ma stessa regia sull’affare»

Le accuse degli investigatori "Contratti fittizi e consulenze per gestire i soldi delle tasse"
21 giugno 2011 - vi.la.
Fonte: Il Mattino

L'hanno battezzata «Operazione Trapezita», dal nome greco con cui venivano indicati i primogeniti dei banchieri. L'inchiesta è nata meno di due anni fa, dopo il fallimento della Aip, la società di via Bandello a Milano che da circa dieci anni si occupava della riscossione dei tributi di diversi Comuni, in particolare quello di Palazzo San Giacomo. Le entrate del Comune di Napoli, infatti, rappresentavano quasi il 90 % delle somme incassate dalla società. Ma i conti non quadravano. Secondo l'accusa, oltre 50 milioni di euro sarebbero stati sottratti in maniera fraudolenta o dirottati dal patrimonio aziendale, e comunque non destinati alle casse degli enti locali per cui la società, invece, svolgeva il lavoro di liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi. E i flussi di denaro anomali sarebbero continuati anche quando, nel 2005, la Elpis, con sede a Napoli, subentra alla società milanese. Ma poco cambia, secondo gli inquirenti, perché la Elpis è a capitale misto, partecipata al 51% dal Comune di Napoli e al 49% dalla stessa Aip, e - spiegano gli inquirenti - «sarebbe stata sempre controllata di fatto dagli indagati, i quali hanno continuato a drenarne i fondi, anche mediante fittizi contratti di outsourcing con la stessa società». Cioè la Aip, già socia, figurava anche come fornitore esterno a cui affidare determinate attività. E' questa la ricostruzione che fanno gli investigatori. L'indagine non è stata semplice. Nessuna intercettazione telefonica, nessuna collaborazione. Si è partiti dai certificati di pagamento delle varie tasse e entrate comunali e da lì si è arrivati a individuare il volume di riscossioni operate dalla società concessionaria e quindi a intercettare le operazioni fraudolente. Già nel settembre 2009, il curatore fallimentare della società segnalava delle anomalie emerse da un primo esame della contabilità e che la Aip "pur avendo riscosso i tributi di spettanza dei Comuni in nome e per conto dei quali svolgeva l'attività di esazione, non aveva provveduto a effettuare i dovuti riversamenti in favore degli stessi". Un capitolo dell'inchiesta approfondisce il rapporto tra la società e l'amministrazione comunale di Napoli. E' un aspetto delicato dell'indagine, quello che ancora merita accertamenti investigativi, e che il gip nel provvedimento cautelare articola in più fasi definendolo una "situazione opaca" che persiste nel tempo

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