Il quartiere dalla tregua alla sfida "Ci salveranno solo i magistrati"
31 maggio 2008 - Antonio Corbo
Fonte: Repubblica Napoli
Ed ora? «È il governo che decide. Ha deciso». Elegante la resa della proprietà, l´Arciconfraternita dei Pellegrini cede la cava di Chiaiano. Stessa domanda in strada: ed ora, ragazzi? «Può succedere di tutto».
Da ieri c´è una nuova figura sulla scena di Chiaiano. Oreste Ciampa, presidente di sezione penale della Cassazione. Era da un giorno in pensione, fu subito nominato "primicerio" dell´Arciconfraternita dei Pellegrini, ente di culto che dal 1578 «accoglie, veste e cura i poveri». Raccoglie oggi docenti, magistrati, professionisti, imprenditori. Saldati nella fede e nel potere. Tra i lasciti che ricevono e gestiscono, c´è "Cava del poligono", 32 mila metri quadri dati in fitto per tremila euro l´anno. Fino a ieri non si sapeva che fosse dell´Arciconfraternita. «Nell´articolo di "Repubblica" sono chiari i tre punti chiave - dice Ciampa - senso civico nell´accettare una decisione del governo, non certo nostra. L´attenzione nostra affinché le decisioni non siano un danno alle persone. Il senso cristiano dell´associazione ecclesiale di diritto pubblico in linea con gli indirizzi del nostro cardinale».
Ciampa precisa che il cardinale non condiziona le scelte sulla discarica. «Il cardinale Sepe dà indicazioni per la sua guida pastorale sotto il profilo morale perché siano risolti i problemi del bene comune. Le sue indicazioni provengono dalla sensibilità cristiana verso la società, la politica e il bene delle persone». Lo interrompiamo: ma concedete la cava? «È il governo che se la prende. Sappiamo bene che i problemi si risolvono con sofferenza di tutti. Ma siamo attenti: le sofferenze non superino mai certi limiti».
Ernesto Cravero, «confratello e docente di geologia», ricorda che l´Arciconfraternita «ha solo subìto l´esproprio senza che fossero fornite altre indicazioni». Ma lancia un siluro: «Temo che vi sia una sovravvalutazione della cava. Non può accogliere 700mila tonnellate, magari 150mila». Cravero rileva che le pareti laterali di questo cubo da colmare di immondizia sono alte 70, 55, 40 e 20 metri. «La superficie dev´essere livellata sulla parete più bassa per evitare il pendìo». Il dislivello provoca frane, sembra di capire. E Cravero, con ecclesiale prudenza, conferma. «Sarebbe un pericolo. Quindi, cubatura da rivedere, e in due o tre mesi la discarica è colma, ne vale proprio la pena dovendo affrontare tanti lavori?» e qui interviene Ciampa, avverte con sottile scetticismo: «Bertolaso faccia quello che deve fare. Il governo decide. Ma saremo costretti a dolerci se il sacrificio non servirà».
Le dichiarazioni di Berlusconi hanno turbato i ragazzi di Chiaiano. Sul chilometri maledetto, quello che tagliando Marano porta alla discarica, si prepara una festa. «Domani, ore 18, vi aspettiamo tutti». Stand con manifesti, libri, prodotti, in una tregua sempre più fragile. «La Ciliegia della Recca e la Prugna pazza che non sopravviveranno alla discarica e all´immondizia», aspra la nostalgia del futuro in questi toni.
"Insurcencia" è qui con alcuni dei suoi quaranta ragazzi. «Si faceva di tutto per dimostrare che il sistema del confronto era democrazia vera, Berlusconi invece non ha gradito il rispetto della tregua concordata con Bertolaso». È "Giovanni" che parla. Uno dei leader, esibisce un garbo superiore ai suoi vent´anni. «Bertolaso disse che occorrevano venti giorni per i carotaggi, per le prove. Le stanno facendo e noi rispettiamo i patti. Disse che la decisione finale sarebbe stata sua, anzi precisò che avrebbe deciso Marta Di Gennaro, presente all´incontro. Disse che dovevamo fidarci della sua serietà e lealtà. Chi immaginava che sarebbe stata arrestata? È stato uno choc leggere i verbali e sapere che si falsificavano i codici europei, è così che si rispettano le comunità?»
"Giovanni" va oltre. «È terrorismo politico. Berlusconi non voleva vincere con il dialogo. Vuol dimostrare la forza di uno Stato come lo intende lui. Ha creato le premesse per lo scontro». E voi? «Può succedere di tutto, abbiamo appena informato i commercianti, per coinvolgerli in una manifestazione che dev´essere intelligente». Mario Imbimbo, consigliere di Mugnano, ricorda di aver chiesto garanzie a Bertolaso. «Vanno rispettati i codici europei, e lui deve tener fede agli impegni se è persona seria come crediamo». Ma le parole di Berlusconi hanno scosso Chiaiano, Marano, Qualiano. Duecentomila abitanti coinvolti. "Antonio", un altro dei centri sociali, insinua. «Spesso le opinioni dei comitati di lotta coincidono con le iniziative dei magistrati». Li considerano quanto mai vicini, adesso. E c´è uno stand che raccoglie fondi per spese legali. I tre giovani agli arresti domiciliari e un ricorso al Tar, poi al tribunale civile. Chiaiano si infila nella lesione tra governo e magistrati. «Ora più che mai possono, devono salvarci i magistrati».
Ciampa precisa che il cardinale non condiziona le scelte sulla discarica. «Il cardinale Sepe dà indicazioni per la sua guida pastorale sotto il profilo morale perché siano risolti i problemi del bene comune. Le sue indicazioni provengono dalla sensibilità cristiana verso la società, la politica e il bene delle persone». Lo interrompiamo: ma concedete la cava? «È il governo che se la prende. Sappiamo bene che i problemi si risolvono con sofferenza di tutti. Ma siamo attenti: le sofferenze non superino mai certi limiti».
Ernesto Cravero, «confratello e docente di geologia», ricorda che l´Arciconfraternita «ha solo subìto l´esproprio senza che fossero fornite altre indicazioni». Ma lancia un siluro: «Temo che vi sia una sovravvalutazione della cava. Non può accogliere 700mila tonnellate, magari 150mila». Cravero rileva che le pareti laterali di questo cubo da colmare di immondizia sono alte 70, 55, 40 e 20 metri. «La superficie dev´essere livellata sulla parete più bassa per evitare il pendìo». Il dislivello provoca frane, sembra di capire. E Cravero, con ecclesiale prudenza, conferma. «Sarebbe un pericolo. Quindi, cubatura da rivedere, e in due o tre mesi la discarica è colma, ne vale proprio la pena dovendo affrontare tanti lavori?» e qui interviene Ciampa, avverte con sottile scetticismo: «Bertolaso faccia quello che deve fare. Il governo decide. Ma saremo costretti a dolerci se il sacrificio non servirà».
Le dichiarazioni di Berlusconi hanno turbato i ragazzi di Chiaiano. Sul chilometri maledetto, quello che tagliando Marano porta alla discarica, si prepara una festa. «Domani, ore 18, vi aspettiamo tutti». Stand con manifesti, libri, prodotti, in una tregua sempre più fragile. «La Ciliegia della Recca e la Prugna pazza che non sopravviveranno alla discarica e all´immondizia», aspra la nostalgia del futuro in questi toni.
"Insurcencia" è qui con alcuni dei suoi quaranta ragazzi. «Si faceva di tutto per dimostrare che il sistema del confronto era democrazia vera, Berlusconi invece non ha gradito il rispetto della tregua concordata con Bertolaso». È "Giovanni" che parla. Uno dei leader, esibisce un garbo superiore ai suoi vent´anni. «Bertolaso disse che occorrevano venti giorni per i carotaggi, per le prove. Le stanno facendo e noi rispettiamo i patti. Disse che la decisione finale sarebbe stata sua, anzi precisò che avrebbe deciso Marta Di Gennaro, presente all´incontro. Disse che dovevamo fidarci della sua serietà e lealtà. Chi immaginava che sarebbe stata arrestata? È stato uno choc leggere i verbali e sapere che si falsificavano i codici europei, è così che si rispettano le comunità?»
"Giovanni" va oltre. «È terrorismo politico. Berlusconi non voleva vincere con il dialogo. Vuol dimostrare la forza di uno Stato come lo intende lui. Ha creato le premesse per lo scontro». E voi? «Può succedere di tutto, abbiamo appena informato i commercianti, per coinvolgerli in una manifestazione che dev´essere intelligente». Mario Imbimbo, consigliere di Mugnano, ricorda di aver chiesto garanzie a Bertolaso. «Vanno rispettati i codici europei, e lui deve tener fede agli impegni se è persona seria come crediamo». Ma le parole di Berlusconi hanno scosso Chiaiano, Marano, Qualiano. Duecentomila abitanti coinvolti. "Antonio", un altro dei centri sociali, insinua. «Spesso le opinioni dei comitati di lotta coincidono con le iniziative dei magistrati». Li considerano quanto mai vicini, adesso. E c´è uno stand che raccoglie fondi per spese legali. I tre giovani agli arresti domiciliari e un ricorso al Tar, poi al tribunale civile. Chiaiano si infila nella lesione tra governo e magistrati. «Ora più che mai possono, devono salvarci i magistrati».