Si estende la rivolta dei sindaci anche Acerra dice no ai camion
Siti di trasferenza: la battaglia va avanti a colpi di ordinanze e di ricorsi al tar. Ieri i sindaci di Caivano, Antonio Falco, e quello di Acerra, Tommaso Esposito, hanno incontrato Luigi Cesaro, ma i summit si sono conclusi con un nulla di fatto, anche se il presidente della Provincia ha giudicato positivo l’incontro con il primo cittadino acerrano. Falco ha ribadito l’intenzione di non revocare l’ordinanza che ha fermato i conferimenti e ha anzi annunciato che l’amministrazione ricorrerà al Tar contro il dispositivo di Cesaro che apriva i capannoni dell’ex Igica ai sacchetti provenienti da Napoli. «Abbiamo chiesto che vengano individuate altre aree in tutta la provincia – dice il sindaco - Cesaro ha scaricato le responsabilità della sua ordinanza sul prefetto, gli abbiamo risposto che a quel tavolo avremmo dovuto prendere parte anche noi». E resta bollente anche il fronte di Acerra dove si sta già scaricando nel capannone di Italambiente la frazione secca proveniente dagli stir e dove dovrebbe essere riattivata l’area del Pantano per ospitare la frazione umida. Ieri un gruppo di manifestanti si è steso a terra per impedire l’accesso dei camion ad Italambiente. Gli uomini delle forze dell’ordine li hanno sollevati di peso e li hanno spostati su un lato della carreggiata stradale, evitando, però, tensioni. I rifiuti sono stati, quindi, sversati all’interno del sito, richiuso subito dopo. In serata è stata convocata un’assemblea pubblica. Contemporaneamente l’amministrazione comunale ha dato mandato ai legali dell’ente di presentare ricorso al Tar Lazio contro l’ordinanza Cesaro. «Al presidente abbiamo ribadito l’inopportunità politica e tecnica di portare altri rifiuti ad Acerra – dice il sindaco Esposito - Il nostro non può essere unpaese simbolo in quanto le ferite inferte alla nostra città non sono state sanate e neanche lontanamente lenite: nessuno degli accordi è stato rispettato, a partire dall’osservatorio ambientale, dagli esami epidemiologici che avevamo richiesto, e dai mancati ristori economici che sarebbero dovuti arrivare». Poi Esposito annuncia controlli sui rifiuti che arriveranno e sul rigoroso rispetto delle prescrizioni dell’Arpac e della Asl. Se non tutto sarà a norma potrebbe arrivare un’ordinanza simile a quella già varata dal primo cittadino di Caivano. Ma Cesaro ripete di non avere alcuna intenzione di cambiare strada: «Vorrei che tutti si rendessero conto – dice - amministratori locali in testa, che è finito il tempo delle riflessioni e necessariamente è arrivato quello delle decisioni. Non è più possibile guardare il fenomeno rifiuti con un’ottica strettamente localistica, lo si deve fare con uno spirito di collaborazione e cooperazione che punti ad ottenere risultati positivi per la collettività nel suo insieme». Punto forte del ragionamento del presidente resta la concordia istituzionale: «Così come affermato anche dal presidente della Regione Campania Stefano Caldoro – continua infatti - per affrontare l’emergenza sto adottando una serie di decisioni figlie di una strategia concordata con tutte le principali istituzioni, ovvero con la Prefettura, la Regione ed il comune di Napoli. Qualcuno ha compreso la criticità del momento, altri no». Poi l’appello al governo per l’approvazione del decreto per poter trasportare rifiuti anche fuori regione, e la conferma della ricerca di nuove cave dove portare i rifiuti stabilizzati. Per produrli nella prossima settimana il commissario agli Stir Pasquale Manzo dovrebbe pubblicare i bandi per la costruzione in regime di concessione dei digestori anaerobici degli impianti di Tufino e Giugliano.