Naufraga il piano dei 5 giorni Il Comune. ci stanno boicottando

Meno due giorni alla scadenza indicata dal Sindaco, a terra ancora 2500 tonnellate
21 giugno 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

A quarantotto ore dalla scadenza fissata dallo stesso sindaco Luigi De Magistris, che venerdì aveva detto «puliremo la città in cinque giorni», a terra restano più di duemila tonnellate di rifiuti. Il sindaco reagisce e, insieme al vicesindaco Tommaso Sodano chiede un vertice straordinario in prefettura. «Abbiamo raccolto un’eredità disastrosa - ha affermato De Magistris in serata intervistato da Gad Lerner nella trasmissione «L’infedele» su La7 - ma la svolta ci sarà». «La soluzione era stata trovata grazie ad un accordo fra Prefettura, Regione, Provincia, Comune e avrebbe consentito di liberare Napoli dai rifiuti in 5 giorni, prevedendo anche la realizzazione di un sito di trasferenza nella stessa città - scrivono sindaco e assessore in un comunicato - Questa soluzione purtroppo sta naufragando e non per responsabilità del Comune di Napoli». Secondo De Magistris e Sodano a vanificare gli sforzi ci sono anche «fatti inquietanti» che si sarebbero registrati durante la raccolta dei rifiuti nella zona del centro storico cittadino, fatti che sarebbero stati già segnalati alle forze dell’ordine. Si tratterebbe di minacce arrivate ai lavoratori di Asìa che hanno sostituito quelli della Lavajet domenica notte nella raccolta nel centro storico. E infatti è stata disposta una vigilanza da parte delle forze dell’ordine verso i mezzi di raccolta della spazzatura. «Qualche malintenzionato sta tentando di far fallire il nostro piano. La verità è che questa amministrazione sta rimuovendo ”incrostazioni” ventennali determinando risposte di sabotaggio», sostengono De Magistris e Sodano che concludono: «La situazione è drammatica ma siamo determinati ad operare senza alcun tentennamento». Utile a ricostruire i fatti la ricostruzione di Raphael a Rossi. Il presidente di Asìa racconta che domenica notte i dipendenti della Lavajet hanno preso servizio, si sono messi sui camion e poi non sono andati, come avviene solitamente, nella sede dell’Asìa per notificare la partenza per il giro di raccolta. Né, ovviamente hanno svuotato i cassonetti. A quel punto Asìa ha dirottato i propri lavoratori nei quartieri Chiaia e Porto (quelli affidati alla Lavajet) riuscendo solo in parte a tamponare la situazione. «In certe zone della città - dice Rossi – i nostri dipendenti stanno operando in un clima particolarmente teso che rende più difficoltosa la rimozione dei rifiuti» e ricorda che i netturbini della Lavajet provengono da Enerambiente, la società del gruppo Gavioli colpita da interdittiva antimafia e coinvolta nell’inchiesta giudiziaria che ha portato in carcere Antonio, Dario e Corrado Cigliano. L’impresa che è subentrata ha ereditato i dipendenti e quasi subito è entrata in rotta di collisione con Asìa: i liguri hanno chiesto circa 50 mila euro al mese di straordinario eccedente. La partecipata del Comune si rifiuta di pagare in assenza delle cosiddette «pezze d’appoggio». Sullo sfondo l’intenzione di Asìa di non rinnovare il contratto alle imprese esterne e di gestire in proprio tutto il servizio. Ieri pomeriggio è stato raggiunto un primo accordo tra la partecipata del Comune e l’impresa ligure: stamane verrà versato un nuovo acconto nella speranza che il servizio riprenda normalmente e i netturbini forniscano finalmente gli straordinari richiesti permettendo il decollo del piano straordinario di raccolta. Situazioni di tensione che si sommano alle «solite» difficoltà. Ieri mattina in piazza Carolina, nei pressi della prefettura, qualcuno ha bloccato il traffico riversando i rifiuti sulla carreggiata: tra i sacchetti anche un albero di Natale. In serata gli abitanti di via Matteo Renato Imbriani a Materdei hanno rovesciato i cassonetti e dato fuoco alla spazzatura sparsa per strada. Cittadini esasperati, un bus del servizio pubblico è stato costretto a fermarsi e a far scendere i passeggeri. Sono intervenuti polizia e vigili urbani per deviare il traffico sulle strade limitrofe. Cumuli sempre più alti anche lungo via Toledo. Intorno alla mezzanotte, la protesta è scoppiata e una delle vie dello shopping è stata ricoperta di rifiuti nel tratto che va da piazza Trieste e Trento a piazzetta Augusteo. Abitanti del posto con un rapido blitz hanno rovesciato i cassonetti e sparpagliato i cumuli di immondizia giacente fino a realizzare delle barriere che hanno impedito il passaggio a macchine e pedoni. L'aria sul posto si è fatta irrespirabile. A Scampia i cassonetti sono vuoti, ma tutto intorno ci sono sacchetti abbandonati: per sollevarli saranno necessari i bobcat. Critica la situazione anche in corso Amedeo di Savoia, dove i rifiuti occupano parte dei marciapiedi, rendendo difficile il passaggio dei pedoni. Cumuli anche davanti alla Chiesa di Santa Maria del Soccorso.

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