Chiaiano e superprocura Berlusconi non cambia piano
31 maggio 2008 - Conchita Sannino
Fonte: La Repubblica Napoli
Avanti tutta su Chiaiano e superprocura. «Non succederà più che lo Stato faccia ancora dei passi indietro, troppe volte le decisioni assunte non sono state poi attuate dagli organi democraticamente eletti». Quindi, avverte il premier Silvio Berlusconi, «ora lo Stato imporrà le sue misure».
Di ritorno a Napoli nove giorni dopo il primo Consiglio dei ministri operativo del suo quarto governo, il premier Silvio Berlusconi si mostra determinato a non modificare il piano predisposto per uscire dall´emergenza rifiuti: né sulla scelta delle 10 discariche, né sulle norme che disegnano una superprocura con competenza sui rifiuti. «È nostro preciso dovere che lo Stato faccia finalmente lo Stato, in passato c´è stata una pericolosa avventura nell´anarchia», ribadisce il premier. L´esecutivo è determinato a risolvere definitivamente la crisi: «entro tre anni». Un termine che già sposta l´asticella di 6 mesi più avanti, visto che Berlusconi e Bertolaso avevano più volte parlato di un rientro alla normalità in «30 mesi».
Il futuro di Chiaiano. «Tutte le relazioni tecniche ci rendono sicuri della idoneità della discarica di Chiaiano», sottolinea il presidente del Consiglio, affiancato dal sottosegretario Guido Bertolaso, dai ministri Roberto Maroni e Stefania Prestigiacomo e dall´ex commissario delegato per l´emergenza, Gianni De Gennaro. Se la discarica si farà, ha aggiunto Berlusconi, «useremo la forza dello Stato, l´esercito, per farla funzionare». Il premier aggiunge: «Sarà una discarica protetta e coloro che si opporranno saranno perseguibili per aver commesso un reato». È una posizione che non solo preannuncia un verdetto ufficialmente atteso solo tra 20 giorni e infiamma la piazza, ma alimenta di nuovo la controversia su competenze e regole di ingaggio dell´esercito. Più tardi sarà precisato che la protezione esterna di siti e impianti, ovvero la gestione dell´ordine pubblico in presenza di eventuali disordini, toccherà come sempre a polizia e carabinieri, sotto il coordinamento del questore e del prefetto di Napoli. Su Chiaiano, una posizione più cauta era stata avanzata qualche minuto prima dal sottosegretario Bertolaso: «Su Chiaiano stiamo aspettando gli esiti degli accertamenti. I tecnici dell´Arpac stanno facendo un ottimo lavoro insieme ai tecnici del commissariato. Inutile fasciarci la testa ora». L´area interessata dalla discarica di Chiaiano sarà equiparata a «una zona militare», così come previsto dal decreto.
La gestione dei Cdr. Sarà l´esercito a rilevare l´attività degli impianti di Cdr (combustibile da rifiuto), e quindi a sostituirsi materialmente alla Fibe, il gruppo coinvolto nelle indagini. È questa la prima ricaduta concreta dell´inchiesta sul piano dell´esecutivo. Con i responsabili degli stabilimenti finiti agli arresti domiciliari, i vice si rifiutano di assumere la gestione e il gruppo decide di ritirarsi. Così lo Stato sostituirà quei dirigenti con personale scelto delle forze armate. «Abbiamo deciso, sentiti i vertici della Difesa, di affidare loro la gestione dei Cdr», annuncia infatti il sottosegretario Bertolaso. «Sarà il genio militare - spiega ancora il capo della Protezione civile - ad assumere la gestione dei Cdr subentrando a quanti l´hanno curata finora. È già in atto uno studio per rilevare l´attività». In particolare, il ministro della Difesa Ignazio La Russa - spiega una nota - ha autorizzato l´impiego di personale militare particolarmente qualificato, nell´ambito dell´unità di crisi incaricata di gestire la situazione. Si tratta di «32 ufficiali e marescialli pronti ad assolvere delicati compiti di coordinamento generale e di amministrazione degli impianti Cdr in Campania, attività di direzione degli impianti stessi per garantirne il funzionamento 24 ore su 24 e incarichi connessi alla gestione operativa dell´emergenza».
Il percorso del decreto. «Prevediamo un viaggio celere in Parlamento, anche con l´aiuto dell´opposizione», assicura Berlusconi. Il piano, secondo il premier, «è il meglio che si può fare» per risolvere la situazione in maniera definitiva. A chi gli chiede dei dubbi sollevati nel documento inviato al Csm da 75 magistrati della Procura di Napoli, il presidente del Consiglio risponde: «Non esistono problemi di costituzionalità, è un giudizio fondato sul parere di autorevoli costituzionalisti. Un ordine dello Stato non può vivere nell´empireo, e pensare che le leggi siano un Moloch. Le leggi vanno adattate, sono strumenti per far vivere meglio i cittadini». Berlusconi tornerà a Napoli ogni settimana. «Fino a quando avrò la certezza di aver avviato a soluzione questo problema, che non è solo di Napoli e della Campania, ma dell´Italia intera», puntualizza. Il premier chiarisce poi con un sorriso: «Ho detto in passato che mi sento un napoletano nato a Milano, per questo non mi è assolutamente un peso venire qui, anzi è gradevole nell´ambito del mio lavoro settimanale».
La superprocura. Berlusconi chiude la porta a possibili revisioni di uno dei passaggi più controversi del decreto, quello che attribuisce al procuratore di Napoli competenza regionale in materia di indagini sui rifiuti e affida a un gip collegiale la decisione su arresti e sequestri. «Nel decreto è contemplata quella che è stata definita come una superprocura perché si eviti - ha rimarcato - che singoli magistrati locali possano rompere il circuito positivo. Se si spezza anche un solo anello della catena, si torna nell´emergenza. È importante che ci sia un´unica responsabilità per tutta la regione in grado di prendere decisioni».
Arresti «ad orologeria». Un passaggio severo Berlusconi lo riserva al recente blitz. «Auspico che non si ripetano più provvedimenti come quelli che hanno toccato esponenti della Protezione civile per alcune loro azioni nell´ambito della lotta alla crisi dei rifiuti». Alle domande dei cronisti, rincara la dose: «Qualcuno ha definito ad orologeria questi provvedimenti, che sono arrivati quattro mesi dopo la richiesta al giudice e proprio il giorno prima dell´entrata in vigore del decreto». L´ordinanza, ha poi affermato il presidente del Consiglio, «ha demotivato persone che con grande passione ed entusiasmo si stavano dedicando alla soluzione di questo problema. Ed è una fortuna che Bertolaso sia un uomo vero e non si sia fatto intimidire come sarebbe potuto accadere se non fosse stato la persona che è e che abbiamo la fortuna di avere nel nostro governo. Ma andiamo avanti, assolutamente certi che la nostra sia una posizione giusta e doverosa».
La raccolta differenziata. Uno dei cardini del progetto sarà la diffusione a tappeto della raccolta differenziata. «È fondamentale - dice Berlusconi - e in Campania ci sono città anche piccole dove ci sono situazioni ottimali, con una differenziata al 73 per cento. Dobbiamo dispiegare un´attività capillare e lavorare ad un piano particolare su questo punto, anche con l´uso dei mezzi di comunicazione, perché è importante anche economicamente fare del riciclo dei rifiuti un momento di guadagno».
Il futuro di Chiaiano. «Tutte le relazioni tecniche ci rendono sicuri della idoneità della discarica di Chiaiano», sottolinea il presidente del Consiglio, affiancato dal sottosegretario Guido Bertolaso, dai ministri Roberto Maroni e Stefania Prestigiacomo e dall´ex commissario delegato per l´emergenza, Gianni De Gennaro. Se la discarica si farà, ha aggiunto Berlusconi, «useremo la forza dello Stato, l´esercito, per farla funzionare». Il premier aggiunge: «Sarà una discarica protetta e coloro che si opporranno saranno perseguibili per aver commesso un reato». È una posizione che non solo preannuncia un verdetto ufficialmente atteso solo tra 20 giorni e infiamma la piazza, ma alimenta di nuovo la controversia su competenze e regole di ingaggio dell´esercito. Più tardi sarà precisato che la protezione esterna di siti e impianti, ovvero la gestione dell´ordine pubblico in presenza di eventuali disordini, toccherà come sempre a polizia e carabinieri, sotto il coordinamento del questore e del prefetto di Napoli. Su Chiaiano, una posizione più cauta era stata avanzata qualche minuto prima dal sottosegretario Bertolaso: «Su Chiaiano stiamo aspettando gli esiti degli accertamenti. I tecnici dell´Arpac stanno facendo un ottimo lavoro insieme ai tecnici del commissariato. Inutile fasciarci la testa ora». L´area interessata dalla discarica di Chiaiano sarà equiparata a «una zona militare», così come previsto dal decreto.
La gestione dei Cdr. Sarà l´esercito a rilevare l´attività degli impianti di Cdr (combustibile da rifiuto), e quindi a sostituirsi materialmente alla Fibe, il gruppo coinvolto nelle indagini. È questa la prima ricaduta concreta dell´inchiesta sul piano dell´esecutivo. Con i responsabili degli stabilimenti finiti agli arresti domiciliari, i vice si rifiutano di assumere la gestione e il gruppo decide di ritirarsi. Così lo Stato sostituirà quei dirigenti con personale scelto delle forze armate. «Abbiamo deciso, sentiti i vertici della Difesa, di affidare loro la gestione dei Cdr», annuncia infatti il sottosegretario Bertolaso. «Sarà il genio militare - spiega ancora il capo della Protezione civile - ad assumere la gestione dei Cdr subentrando a quanti l´hanno curata finora. È già in atto uno studio per rilevare l´attività». In particolare, il ministro della Difesa Ignazio La Russa - spiega una nota - ha autorizzato l´impiego di personale militare particolarmente qualificato, nell´ambito dell´unità di crisi incaricata di gestire la situazione. Si tratta di «32 ufficiali e marescialli pronti ad assolvere delicati compiti di coordinamento generale e di amministrazione degli impianti Cdr in Campania, attività di direzione degli impianti stessi per garantirne il funzionamento 24 ore su 24 e incarichi connessi alla gestione operativa dell´emergenza».
Il percorso del decreto. «Prevediamo un viaggio celere in Parlamento, anche con l´aiuto dell´opposizione», assicura Berlusconi. Il piano, secondo il premier, «è il meglio che si può fare» per risolvere la situazione in maniera definitiva. A chi gli chiede dei dubbi sollevati nel documento inviato al Csm da 75 magistrati della Procura di Napoli, il presidente del Consiglio risponde: «Non esistono problemi di costituzionalità, è un giudizio fondato sul parere di autorevoli costituzionalisti. Un ordine dello Stato non può vivere nell´empireo, e pensare che le leggi siano un Moloch. Le leggi vanno adattate, sono strumenti per far vivere meglio i cittadini». Berlusconi tornerà a Napoli ogni settimana. «Fino a quando avrò la certezza di aver avviato a soluzione questo problema, che non è solo di Napoli e della Campania, ma dell´Italia intera», puntualizza. Il premier chiarisce poi con un sorriso: «Ho detto in passato che mi sento un napoletano nato a Milano, per questo non mi è assolutamente un peso venire qui, anzi è gradevole nell´ambito del mio lavoro settimanale».
La superprocura. Berlusconi chiude la porta a possibili revisioni di uno dei passaggi più controversi del decreto, quello che attribuisce al procuratore di Napoli competenza regionale in materia di indagini sui rifiuti e affida a un gip collegiale la decisione su arresti e sequestri. «Nel decreto è contemplata quella che è stata definita come una superprocura perché si eviti - ha rimarcato - che singoli magistrati locali possano rompere il circuito positivo. Se si spezza anche un solo anello della catena, si torna nell´emergenza. È importante che ci sia un´unica responsabilità per tutta la regione in grado di prendere decisioni».
Arresti «ad orologeria». Un passaggio severo Berlusconi lo riserva al recente blitz. «Auspico che non si ripetano più provvedimenti come quelli che hanno toccato esponenti della Protezione civile per alcune loro azioni nell´ambito della lotta alla crisi dei rifiuti». Alle domande dei cronisti, rincara la dose: «Qualcuno ha definito ad orologeria questi provvedimenti, che sono arrivati quattro mesi dopo la richiesta al giudice e proprio il giorno prima dell´entrata in vigore del decreto». L´ordinanza, ha poi affermato il presidente del Consiglio, «ha demotivato persone che con grande passione ed entusiasmo si stavano dedicando alla soluzione di questo problema. Ed è una fortuna che Bertolaso sia un uomo vero e non si sia fatto intimidire come sarebbe potuto accadere se non fosse stato la persona che è e che abbiamo la fortuna di avere nel nostro governo. Ma andiamo avanti, assolutamente certi che la nostra sia una posizione giusta e doverosa».
La raccolta differenziata. Uno dei cardini del progetto sarà la diffusione a tappeto della raccolta differenziata. «È fondamentale - dice Berlusconi - e in Campania ci sono città anche piccole dove ci sono situazioni ottimali, con una differenziata al 73 per cento. Dobbiamo dispiegare un´attività capillare e lavorare ad un piano particolare su questo punto, anche con l´uso dei mezzi di comunicazione, perché è importante anche economicamente fare del riciclo dei rifiuti un momento di guadagno».