Sodano: siamo stati costretti al compromesso
Vicesindaco Tommaso Sodano, si dice che la responsabilità amministrativa fa vedere la realtà da un’altra prospettiva. È capitato anche a lei?
«No, direi proprio di no perché sto sperimentando che la fondatezza delle mie denunce viene puntualmente confermata dall’emergenza continua nella città di Napoli. Chi aveva detto che discariche e inceritori avrebbero risolto il problema, oggi si trova a fare i conti con quello che stabiliscono le direttive europee».
Intanto, potrebbero obiettare che, a parte quello di Acerra, gli altri termovalorizzatori non sono stati costruiti.
«La verità è che in un sistema moderno di smaltimento bisogna soprattutto prevenire e ridurre la produzione di rifiuti, attuare la raccolta differenziata e avere gli impianti di compostaggio e le linee per il trattamento dei materiali riciclabili. Di tutto questo non c’è traccia».
Conosce chi nel gennaio 2003, nell’ambito di una manifestazione di protesta contro l’inizio dei lavori per il termovalorizzatore, dichiarava che «ad Acerra già ci sono problemi evidenti, i pozzi sono chiusi per l’inquinamento delle falde acquifere» e così via?
«Certo che mi riconosco. Quello che dicevo nel 2003 è stato acclarato nel 2010».
Ulderico de Laurentiis, esponente politico del Pdl di Acerra ricorda che, durante il confronto con Lettieri, nello studio di Porta a Porta, de Magistris sostenne che ad Acerra era meglio non andare a causa della diossina e dell’inquinamento e fa notare che ora il sindaco di Napoli non teme di contribuire al carico ambientale della città. Cosa risponde?
«Che siamo di fronte a un grande equivoco. E si continuano a raccontare altre balle. Noi giunta, giovedì scorso, abbiamo presentato una delibera che prevede impianti di compostaggio in città, l’estensione entro settembre della raccolta differenziata fino a 325mila persone, una serie di misure per recuperare i materiali già durante l’emergenza. Noi non siamo responsabili del sito di trasferenza. All’impianto devono provvedere Provincia e Regione. Spero che presto, grazie alla nostra azione, non ne avremo più bisogno. E poi come la mettiamo che decisione scellerata, irresponsabile e razzista, adottata sotto il ricatto della Lega, di non consentire l’invio di rifiuti fuori regione?».
È giusto ricorrere ancora una volta ad Acerra?
«Non credo che ad Acerra andrà il tal quale, ma la frazione secca. Che, al massimo entro tre giorni, andrà nel forno. Che poi io sia stato da sempre contrario a quell’impianto è faccenda nota. Il nostro Comune va a scaricare dove indicano Provincia e Regione. L’ho detto: bisogna sbloccare il decreto nazionale per andare fuori regione».
Portare i rifiuti fuori regione non era lo stesso metodo di smaltimento troppo costoso, contestato a Bassolino durante la gestione commissariale?
«Assolutamente sì. Mi trovo nella condizione assurda non dico di doverlo difendere, ma di dovermi servire di quel sistema perché non si sono fatte le cose che ho chiesto da tempo. Le responsabilità della mancata programmazione non sono mie. Ora è importante dotarci di un piano per ottenere i fondi europei per il porta a porta».
Ammette che Bassolino aveva ragione quando sosteneva che i rifiuti sono né di destra né di sinistra?
«Sui rifiuti aveva torto a prescindere. Ha sbagliato fin dall’insediamento: non avrebbe mai dovuto firmare il contratto con l’Impregilo. Abbiamo ereditato una regione con infinite discariche e milioni di ecoballe di cui non si sa cosa fare. Se ci mettiamo a lavorare seriamente, la città di Napoli potrà rendersi autosufficiente nel giro di un annetto. Ma c’è bisogno che tutte le istituzioni facciano la loro parte».
Qual è il compromesso che sarebbe disposto ad accettare per risolvere una volta e per tutte l’emergenza rifiuti a Napoli e in Campania?
«Per me oggi già è un compromesso portare i rifiuti fuori dalla provincia. Sentire proprio in queste ore che i cittadini di Caivano protestano mi addolora, li capisco. Tutta la mia vicinanza per i sacrifici che sopporteranno. Mi batterò perché sia l’ultima volta».
Dopo la sua nomina in giunta ci si è chiesti perché Sodano sì e Pecoraro Scanio no. Lei cosa risponde?
«Io non mi sono mai sottratto all’assunzione delle responsabilità e al confronto. Senza presunzione, la mia posizione era corretta. Pecoraro commisse un errore tragico. Quando si dimise Bertolaso, rinunciò ad assumere direttamente la gestione dei rifiuti. Restò ministro, ma senza i proteri commissariali. Da questa contraddizione è rimasto stritolato».