Ex Isochimica, parte la richiesta di risarcimento
La denuncia: troppa omertà. amianto dimenticato da tutti
Sarà istituita anche ad Avellino una sede dell’Osservatorio Nazionale Amianto. I primi ad aderire all’iniziativa saranno i lavoratori dell’ex Isochimica di Pianodardine, gli stessi che, ieri sera, riunitisi in assemblea nei locali della Chiesa della Madonna della Salette di Rione Parco, hanno dato mandato all’avvocato Ezio Bonanni, coordinatore nazionale dell’Ona, di agire in giudizio per ottenere la tutela risarcitoria integrale rispetto a quanto già riconosciuto dall’Inail, e, in seconda battuta, di muovere un’azione civile a carico dell’Asl, del Comune di Avellino e delle Ferrovie dello Stato. «In questa città c’è un clima omertoso. - ha esordito il legale romano - Come se l’amianto fosse scomparso con la chiusura dell’impianto. È inaudito che i lavoratori siano stati sottoposti a visite mediche soltanto nel 2009, a distanza di vent’anni da quando hanno posto i lucchetti allo stabilimento. Fare emergere che vi sono patologie da amianto diagnosticate potrebbe essere anche un modo per abbattere il muro di indifferenza». L’anno scorso, una delegazione di operai dell’ex Isochimica ha partecipato a un convegno sui danni provocati dall’amianto a Bassiano, in provincia di Latina. Lì ha conosciuto l’avvocato Bonanni e si è affidata a lui per riuscire a ottenere quello che, come ha sottolineato Francesco D’Argenio, ex lavoratore e organizzatore dell’incontro di ieri, «le forze politiche, i sindacati, gli ambientalisti hanno solo promesso per anni, senza mai fare nulla di concreto per verificare sia il nostro stato di salute che la possibilità di ottenere un riconoscimento dei danni provocati dall’attività di scoibentazione di vagoni ferroviari che contenevano amianto». Circa 60 gli ex operai assistiti dall’avvocato Bonanni e quasi tutti hanno già ottenuto dall’Inail benefici contributivi utili per il prepensionamento. Ma da ieri sera, l’avvocato sarà chiamato ad assistere anche altri lavoratori dell’ex Isochimica, che hanno deciso di seguire l’esempio dei colleghi e di ottenere giustizia con le proprie forze. Molti di loro - all’ex Isochimica erano impiegate oltre 300 persone - , in attesa di conseguire almeno il prepensionamento, continuano a lavorare, pur essendo affetti da patologie asbesto correlate. Hanno fatto visionare all’avvocato i risultati di esami medico-diagnostici dai quali risultano chiari i danni provocati dalla prolungata esposizione all’amianto senza l’adozione di alcun tipo di protezione, nonostante, negli anni ’80, fosse già noto il rischio morbigeno: «Sono malato di asbestosi. - ha affermato un ex operaio - Purtroppo, nonostante le sofferenze fisiche, sono costretto a continuare a lavorare perché ho una famiglia da mantenere». Tante le testimonianze che hanno restituito un quadro allarmante sullo stato di salute e la qualità della vita di chi, per lunghi anni, ha maneggiato materiale altamente nocivo. Il consigliere comunale Gerardo Bilotta, unico rappresentante istituzionale in sala, in qualità di presidente della Commissione speciale area industriale di Pianodardine, ha assicurato che sono stati già ufficialmente interpellate l’Arpac, l’Asl e Amministrazione provinciale per ottenere garanzie sull’opera di bonifica dell’area dell’ex Isochimica. «Il risanamento sopraterra - ha detto Bilotta - è terminato. Mancano i fondi per bonificare il sottosuolo. La Commissione si sta adoperando per trovare i finanziamenti. Nel frattempo, chiederà uno studio per verificare la presenza di amianto nella zona. Se dallo screening che presenteremo anche all’Ona dovesse emergere che l’area è ancora inquinata, dovrà essere riconosciuto il danno ambientale e, di conseguenza, anche i lavoratori dell’ex Isochimica avranno diritto ai dovuti risarcimenti».