Caos rifiuti, stop al trasferimento fuori provincia

Il Tar Lazio blocca anche i flussi nelle altre regioni. Caldoro: preoccupatissimo, situazione drammatica
12 giugno 2011 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Il Tar del Lazio blocca i trasferimenti dei rifiuti fuori regione e provincia. Ha accolto l’istanza della Regione Puglia governata da Nichi Vendola. Una sentenza che rischia di rompere il fragilissimo equilibrio del ciclo dei rifiuti con il risultato che Napoli potrebbe ritrovarsi di qui a qualche ore nuovamente sommersa dalla spazzatura. Procediamo con ordine. È il presidente della Regione Stefano Caldoro a lanciare l’allarme invocando l’intervento di Palazzo Chigi. «La sentenza del Tar - spiega - ha innovato le sentenze dei Tar locali che hanno sempre autorizzato il trattamento di rifiuti tra impianti. Nel nostro caso si parla di 1400 tonnellate al giorno. Secondo il Tar del Lazio questi conferimenti vanno fatti con intese istituzionali, con tutte le difficoltà che ne conseguono in termini di tempo». Cosa è cambiato allora al punto che è arrivato il no del Tar Lazio? Nella sostanza quello che va a discarica fuori regione è la frazione umida derivante dal tal quale trattato negli Stir. Ebbene questo tipo di rifiuto non necessitava - fino alla sentenza - di accordi istituzionali fra Regioni per essere trasferito. Secondo il Tar invece c’è necessità di un vero protocollo d’intesa per la loro movimentazione. Provedimenti che in regime di leggi ordinarie per ratificarli servono più o meno 90 giorni. «Siamo in una situazione drammatica Sono preoccupato più di quanto lo fossi venti giorni fa» spiega caldoro. Il presidente della Regione ha avuto notizia della pronuncia del tribunale amministrativo del Lazio già da qualche giorno e si è messo al lavoro, ma per ora non si sono trovate soluzioni: «I cinque presidenti di Provincia hanno messo per iscritto la situazione come è - racconta Caldoro - e la Regione non può che prendere atto della situazione drammatica denunciata da Comuni e Province. La Regione, infatti, non ha nessuna possibilità di intervento, si occupa di governare i flussi, ma i flussi li devono garantire le province con i loro impianti». Caldoro conclude con un appello: «Visto che ci sono cinque Tar che dicono una cosa e il Tar del Lazio che ne dice un’altra, vogliamo sapere l’interpretazione autentica per capire chi ha ragione e ho chiesto al governo di farmi sapere». Nello specifico la sentenza è la 4915 del 31 maggio con il Tar Lazio si è definitivamente espresso, accogliendo la tesi della regione Puglia sul contenzioso in corso tra la Regione stessa e Italcave, la discarica del salentino dove dovevano finire i rifiuti napoletani. Giova ricordare che a seguito di una istanza proveniente dalla Regione Campania, nel dicembre 2010 era stato siglato un «Protocollo di Intesa» tra Regione Puglia e Regione Campania inerente i conferimenti di rifiuti provenienti dagli impianti Stir della Campania che definiva una rigida disciplina di tali conferimenti a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Norme severissime che hanno consentito di portare a discarica solo 1131 tonnellate a fronte delle 45mila previste. E questo a causa «della difficoltà dei trasportatori - si legge nella sentenza - di mettere a disposizione mezzi che potessero garantire una tenuta adeguata a scongiurare ogni possibile perdita di materiale e a minimizzare gli impatti odorigeni derivanti dai trasporti». La grana scoppia a febbraio quando i carabinieri del Noe di Lecce intercettano camion provenienti dalla Campania che percolano. A quel punto Vendola attraverso il suo assessore Nicastro ricorre al Tar. Il resto è storia di oggi, di cattivi odori che in Puglia non sentiranno - per fortuna - ma ai quali i napoletani purtroppo sono abituatissimi. Oggi a terra in città già c’è una giacenza di circa 300-400tonnellate. A risollevare il morale ci hanno pensato i volontari vestiti di arancione che hanno ripulito Piazza Bellini e le mura greche.

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