La resa di cesaro: che guaio affidarci la grana immondizia
A un certo punto Luigi Cesaro, parlamentare pdl e presidente della Provincia, confessa: «Noi non siamo leghisti. Purtroppo».
Già. E di penalizzazioni Napoli ne ha avute da questo governo pdl che, in teoria, dovrebbe essere molto amico.
Del tipo? «La responsabilità del ciclo dei rifiuti? Un guaio: ha sconvolto tutto, un macigno sulla testa per noi già afflitti da mille problemi», dice sconsolato Cesaro mentre snocciola dati e cifre, nel suo studio in Provincia, supportato dalle tabelle elaborate dal direttore generale Mimmo Maresca, dal dirigente del bilancio Raffaele Grimaldi e dall’assessore all’Edilizia scolastica Marco Di Stefano. Maggiori costi.
Ed ecco l’accise sull’energia elettrica per le aziende: ricaverete 7 milioni di euro. «È consentito dal milleproroghe e il tasso applicato, il 25 per cento, è quello più basso applicato dalle Province campane. Non ricadrà sulle famiglie, solo sulle imprese, e confluiranno sulla Tarsu per alleviare l’aggravio di spese al contribuente».
Poi c’è l’aliquota Tefa sulla Tarsu, al massimo, e i prezzi di smaltimento dei rifiuti indifferenziati per i comuni aumentati. E nessuna premialità per chi fa differenziata. «Parliamo di 112,90 a tonnellata. Ma la colpa non è nostra: dopo la bella trovata di Berlusconi di destinare Cava Sari solo per i 18 comuni del vesuviano, solo problemi. Da allora i rifiuti dobbiamo smaltirli a Caserta, Avellino a circa 140 euro a tonnellata».
Sono colleghi, nessun occhio di riguardo? «Massima disponibilità ma nemmeno un centesimo di sconto: normale che alla fine ricada tutto sui cittadini. E guardi che non ho chiesto certo io la gestione del ciclo dei rifiuti».
Perché allora a Roma non sbatte i pugni sul tavolo? È nella maggioranza. «Ho tentato di farlo, sono state fatte diverse richieste a Tremonti per darci più fondi. Ma nulla».
I leghisti invece... «A volte occorrerebbe, come fanno loro, sbattere i pugni sul tavolo della maggioranza quando vengono penalizzati i loro territori. Spero vada meglio in settimana: programmato un incontro tra le Province, governatore, il sottosegretario letta e i ministri Prestigiacomo e Tremonti per avere più risorse».
La Sapna è un problema. E tra poco dovrete assumere i lavoratori dei consorzi. «La Sapna è un macigno: parliamo di 127 milioni di euro di spesa. E stiamo cercando di evitare che ricada su di noi anche il servizio di raccolta e l’assunzione di 6mila persone. E sennò dove andiamo a finire?».
Edilizia scolastica: dal bilancio si evince che su 19 milioni di euro, sono stati liquidati appena 221 euro. «Non è così». Stato di attuazione delle opere pubbliche: allegato n.10 all’ultimo bilancio approvato pochi giorni fa. «Parliamo di un bilancio preventivo. Contiamo di avere un avanzo di 100 milioni di euro e in questa seconda fase ci dedicheremo alla scuola. Ma tenga presente che ci stiamo dedicando ad opere lasciate al palo da anni. Le opere a cui lei si riferisce sono state appaltate solo alla fine del 2010 e da poco è iniziato il flusso di denaro erogato. E allo stato, sempre per la scuola, abbiamo lavori in fase di contrattualizzazione per 29 milioni e gare in fase di indizione per 63».
Rimane il problema delle partecipate: nemmeno un accorpamento o dismissione di quote. «Per approvare Sid e Asub attendiamo solo il piano che deve approvare il consiglio provinciale. Discorso a parte merita il Ctp».
Segna un rosso di 33 milioni di euro. «Solo con le tratte che coinvolgono il Casertano ci rimettiamo 10 milioni l’anno. È aperto un tavolo con la Prefettura per risolvere la situazione».
Le altre società parteciepate? Quanto costano l’anno? «Circa 30 milioni l’anno, esclusa la Sapna. E mi creda in due anni abbiamo azzerato cda e messo dirigenti della provincia per risparmiare». Non dovevate uscire da Bagnolifutura e Trianon? «Abbiamo messo le quote in vendita: nessuno le ha comprate».