Emergenza rifiuti, sos di Caldoro alle Province

Vertice d'urgenza a Napoli, anche Salerno è in crisi. Sibilla ripropone l'accordo di gennaio
10 giugno 2011 - re.av.
Fonte: Il Mattino Avellino

La convocazione a Napoli è arrivata d’urgenza. Il governatore Stefano Caldoro ha chiamato nella serata di ieri i presidenti delle amministrazioni provinciali campane per discutere di un’emergenza rifiuti che ormai si è raddoppiata. Non c’è soltanto l’area metropolitana napoletana ma anche Salerno non sa più dove sversare la sua immondizia. Caldoro ha invitato Cesaro, Sibilia, Zinzi - i presidenti di Napoli, Avellino e Caserta: assente Cirielli di Salerno, rappresentato dall’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano - a una riflessione decisamente allarmata. La Campania rischia di essere in ginocchio alla vigilia del caldo estivo e occorre trovare una soluzione. Nelle stanze di Palazzo Santa Lucia non è stata pronunciata la parola «discariche» ma si è fatto appello alle quote di solidarietà territoriali. Cosimo Sibilia ha indicato una via d’uscita nella scia dell’accordo del 4 gennaio a Palazzo Chigi, in base al quale l’Irpinia già accoglie immondizia da Napoli. Occorrerà rivedersi e presto, a Napoli o a Roma, dal sottosegretario Gianni Letta e dal ministro Stefania Prestigiacomo. In Campania si è riaperta un’emergenza rifiuti che non è mai finita. Che la situazione fosse «delicatissima» era apparso chiaro anche al senatore del Pd, Enzo De Luca, al termine della missione della Bicamerale di inchiesta ecomafie in Campania: «I siti utilizzati sono prossimi all’esaurimento, gli impianti funzionano male, l’iter per la costruzione dei termovalorizzatori procede a rilento, continuano i sequestri di discariche abusive e le bonifiche sono ferme al palo. Tra qualche mese non ci saranno più spazi in cui sversare l’immondizia, il che vuol dire che in Campania potrebbe riaprirsi la caccia a nuovi siti per fronteggiare una nuova ondata di crisi che, considerato l’imminente arrivo dell’estate, potrebbe accompagnarsi a un’emergenza igienico-sanitaria. E stavolta il disastro potrebbe superare quello del 2008». De Luca teme che in questo torni sull’Irpinia e sull’Alta Irpinia - in particolare - l’incubo della maxi discarica. Da martedì la Commissione ha ascoltato i massimi rappresentanti di istituzioni e forze dell’ordine di Benevento, Avellino e Caserta, magistrati delle Procure di Benevento e Caserta e rappresentanti delle imprese impegnate nel trattamento dei rifiuti e ha effettuato sopralluoghi nella discarica di Sant’Arcangelo Trimonte nel Sannio e negli impianti Stir napoletani di Caivano e Giugliano. «Il quadro è assai preoccupante - prosegue De Luca -. Nonostante le promesse di interventi risolutivi da parte del governo centrale e di quello regionale, le comunità sono state abbandonate a loro stesse e ogni giorno si trovano a dover vivere in una condizione di assoluto degrado. Nelle zone vicine ai siti in cui vengono sversati i rifiuti l’aria è irrespirabile e ci si deve tappare in casa per evitare che i miasmi arrivino fin dentro le mura domestiche. Anche il protocollo tra governo e Regione per le bonifiche è rimasto lettera morta. Le risorse non sono state assegnate e le comunità che per anni hanno sopportato che nelle loro terre arrivassero tonnellate e tonnellate di rifiuti provenienti da tutta la regione ormai non si fidano più della politica e dei rappresentanti delle istituzioni. E la Campania, già in testa alla classifica dell’illegalità ambientale, diventa sempre più preda delle mafie, che dai traffici illeciti di rifiuti traggono incassi ultramilionari». De Luca ha annunciato una interrogazione parlamentare urgente. «A questo punto mi chiedo - spiega - per quale ragione il governo non si adoperi a dare attuazione all’indicazione, proposta su iniziativa mia e del Pd, recepita nell’ultimo decreto legge 196 del 26 novembre 2010 - di utilizzare, previe le opportune verifiche tecniche e la messa in sicurezza ambientale, le cave dismesse o abbandonate per depositarvi i rifiuti trattati. Per quale ragione si continua a disattendere tale disposizione?»

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