Caos rifiuti, lo Stir è saturo 120 camion in coda per ore
BATTIPAGLIA. È accaduto ciò che si temeva da giorni. L’impianto di tritovagliatura dei rifiuti ha dovuto chiudere i battenti. Almeno temporaneamente, nell’attesa che il presidente della Provincia Edmondo Cirielli firmi l’ordinanza di apertura temporanea del sito di stoccaggio di Sardone. Occorre, infatti, trovare un’alternativa allo Stir che dovrà, nel frattempo, smaltire l’enorme mole di rifiuti organici accumulatasi nelle ultime settimane. Pur lavorando a tutto regime, e tentando di stoccare gran parte della frazione umida che non poteva essere lavorata per superamento della capacità dell’impianto, a Battipaglia non sono riusciti a evitare il blocco. Così, ieri mattina, cancelli chiusi in attesa di smaltire quanto accumulato e almeno centoventi camion carichi di spazzatura in fila all’esterno dell’impianto. Tra i tanti, anche quattro provenienti da Salerno, a bordo 92 tonnellate di rifiuti in partenza dal sito di stoccaggio provvisorio di Ostaglio. Ogni giorno, durante l’inverno, solo dalla provincia di Salerno giungono allo Stir circa 700 tonnellate di rifiuti. Quando la calura aumenta, crescono anche i conferimenti fino a raggiungere il picco agostano di circa 850 tonnellate al giorno. Ma dallo scorso novembre hanno scaricato, per un certo periodo, anche camion provenienti da Napoli portando ogni giorno circa 300 tonnellate in più. Ovvio, dunque, che si andasse verso la saturazione. Il problema fondamentale è che lo Stir rappresenta solo un passaggio nel ciclo di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Dopo la lavorazione e la separazione della frazione umida e di quella secca, infatti, occorre smistare il lavorato ad impianti di compostaggio, discariche o termovalorizzatori. In Campania, a oggi, è in funzione un solo termovalorizzatore, quello di Acerra, che non può accogliere la frazione secca di tutta la regione. Così, in attesa che la querelle salernitana sulla realizzazione del termovalorizzatore si ricomponga e che si decida chi debba gestire il nuovo impianto, i rifiuti sono stati trasportati altrove. Oltre quelli accolti ad Acerra, otto camion al giorno nei periodi migliori ma solo quattro quando una delle linee è bloccata, per la frazione umida s’è fatto ricorso alle discariche, prima Benevento e Avellino, poi Taranto. Ma in Puglia non è più possibile trasferire i rifiuti organici dopo la sentenza del Tar che ha accolto la tesi della Regione sulla classificazione dei rifiuti tritovagliati come rifiuti solidi urbani e non come rifiuti speciali. Si sta quindi tentando, nelle ultime ore, di ottenere un decreto ministeriale che classifichi la frazione organica tritovagliata come rifiuto speciale e, pertanto, trasportabile ovunque con iter preferenziale. Il problema, però, è a monte. Finché la Campania non avrà operativi tutti gli impianti necessari al completamento del ciclo di smaltimento, l’emergenza continuerà a presentarsi. Se Sardone verrà aperto potrà far ottenere alla provincia salernitana una decina di giorni di tempo, utili perché lo Stir smaltisca l’eccesso di rifiuti organici accumulati, ma non certo sufficienti per una soluzione definitiva dell’emergenza. Nel piano dei rifiuti sono stati individuati cinque siti per il trattamento: Salerno, Battipaglia, Buccino, Palomonte, Mercato San Severino. Ma prima del 2014, secondo le previsioni, non saranno operativi. Dunque, oltre a incentivare la differenziata per diminuire la quantità di rifiuti prodotti, bisognerebbe aumentare il riciclaggio e individuare altre soluzioni a breve termine, oltre al trasferimento fuori regione.
Una giornata di sciopero nel mezzo della crisi. Cgil Fp, Fit Cisl, Uil trasporti e Fiadel hanno proclamato «lo sciopero di tutti i lavoratori dell’Ecoambiente Salerno» per martedì 21 giugno. «Con convocazione del 27 maggio - scrivono in una nota - l’azienda ha convocato nuovamente le rappresentanze sindacali aziendali esclusivamente per consultazione dichiarando l’intento di procedere alla costituzione di una quarta squadra al fine di aumentare la produzione e ricevere 200 tonnellate di rifiuti provenienti dalla provincia di Napoli, indipendentemente dall’assenso della parte sindacale. Reputiamo tale gesto unidirezionale l’ennesima dimostrazione di un chiaro atteggiamento antisindacale». All’origine del malumore dei lavoratori la possibilità paventata da Ecoambiente di non essere in grado di garantire il pagamento degli stipendi nei prossimi mesi «accusando, tra l’altro, le maestranze di non volere svolgere servizi affidati a ditte esterne con conseguente aumento dei costi». I sindacati fanno comunque sapere di essere pronti a ritirare lo sciopero in caso di convocazione da parte del presidente della Provincia Cirielli o dell’assessore regionale all’Ambiente Romano.