Ex Isochimica, la rivolta delle vittime

Operai ammalati e cittadini s'incontrano per decidere azioni risarcitorie con l'Ona
9 giugno 2011 - Alessandra Malanga
Fonte: Il Mattino Avellino

«Le analisi hanno evidenziato che la gran parte dell'amianto manipolato è della varietà più pericolosa del minerale e che la scoibentazione avviene in un ampio capannone unico privo di aspiratori e di sistema di abbattimento della polvere (…) e i mezzi di protezione adottati dalla maggioranza degli addetti hanno una protettività limitata rispetto al rischio». Era il 1985 quando un pool di esperti del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica di Roma scriveva queste allarmanti parole nell'accurato dossier riguardante lo stabilimento dell'ex Isochimica di Pianodardine. Da allora, tanto è stato detto ma poco è stato fatto, sia sul fronte della bonifica dell'area - avviata un paio di anni fa in superficie e ferma da alcuni mesi per mancanza di fondi -, che per quanto riguarda i risarcimenti spettanti agli oltre 300 lavoratori che hanno scoibentato circa duemila vagoni ferroviari e ai numerosi abitanti del quartiere di borgo Ferrovia, costretti, ancora oggi, a vivere a ridosso di un vero «bubbone» ambientale. Ma i cittadini non si arrendono e reclamano il loro sacrosanto diritto alla salute. Dopodomani, nei locali della Chiesa della Madonna della Salette di Rione Parco, saranno in tanti, a partire dalle ore 19, a partecipare all'incontro fissato con Ezio Bonanni, avvocato coordinatore nazionale della Onlus «Osservatorio Nazionale Amianto», grazie al quale già numerosi ex operai dell'impianto di Pianodardine hanno ottenuto benefici contributivi utili per il prepensionamento perché, in seguito ad accertamenti, sono risultati affetti da patologie asbesto correlate, riconosciute dall'Inail. «Benefici contributivi e risarcimenti dei danni dei lavoratori e vittime dell'amianto», il tema della pubblica assemblea. Chiare le intenzioni del legale romano: «Voglio verificare la possibilità di agire in giudizio sia per la tutela risarcitoria integrale e dunque del differenziale rispetto a quanto già liquidato dall'Inail - dice -, sia per l'accesso al Fondo Vittime dell'Amianto, sia per il risarcimento dei cittadini non lavoratori». In pratica, Bonanni proporrà ai presenti di unirsi a quanti già hanno concordato con lui di intraprendere un'azione civile a carico dello Stato e delle Ferrovie dello Stato, ovvero dei soggetti committenti delle attività di scoibentazione dei vagoni. Ma non solo. «Una volta ad Avellino - continua l'avvocato -, chiederò accesso all'area dell'ex Isochimica e agli atti finora prodotti dall'Asl e dal Comune per rendermi conto di persona dello stato dell'arte». Se dall'indagine dovesse emergere che la fase di stallo dell'opera di bonifica potrebbe essere superata senza grosse difficoltà e, soprattutto, che l'amianto sepolto rischi, come molti esperti sostengono, di inquinare le falde acquifere, Bonanni non esclude la possibilità di presentare un esposto alla Procura della Repubblica. «L'ex Isochimica non è stata dimenticata - afferma, però, l'Assessore comunale all'Ambiente, Gianluca Festa -. Un paio di mesi fa, è stata sollecitata la curatela a riattivare le procedure per la bonifica totale. Nel caso in cui non dovesse ottenere risposte positive in merito, l'Amministrazione comunale, che, al momento, può svolgere solo il ruolo di supervisore, intraprenderà nuove strade per trovare il modo di chiudere definitivamente questa pagina nera della storia della nostra città». Alle parole in un certo senso fiduciose di Festa, rispondono, però, quelle di rabbia di uno degli ex operai dello stabilimento che ha organizzato l'incontro con l'avvocato Bonanni: «Sono più di vent'anni - dice Francesco D'Argenio - che rincorriamo le false promesse della politica. Credo che l'unico modo per ottenere giustizia sia creare un compatto fronte comune di vittime e potenziali vittime dell'amianto e procedere autonomamente. Senza perdere altro tempo».

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