«Questo governo vuole sfiduciare i magistrati»
«Dalla questione dei rifiuti a quella dell'immigrazione ormai nel paese sta prevalendo una logica legata esclusivamente all'emergenza. E questo non solo è sbagliato, ma è anche pericoloso». Stefano Pesci, ex segretario romano di Magistratura democratica, guarda con preoccupazione ai recenti provvedimenti adottati dal governo per far uscire la Campania dalla morsa dei rifiuti e per affrontare il problema sicurezza. Preoccupazioni che trovano conferma proprio nel decreto rifiuti, che ha già provocato la reazione dei magistrati di Napoli che in un documento al Csm hanno denunciato i rischi di vedere delegittimato il proprio lavoro.
Dottor Pesci, condivide i timori espressi dai suoi colleghi?
Diciamo che il decreto presenta un aspetto poco comprensibile. Vale a dire la scelta di accompagnare l'intervento sui rifiuti, legato a una situazione reale di allarme, con la sottrazione dei meccanismi ordinari di assegnazione delle indagini, togliendole al giudice naturale e cambiando le competenze per i processi. E' quasi un segnale di sfiducia preventiva nei confronti della magistratura. Da un lato si concentrano i poteri, dall'altro però di decide - ad esempio - che la custodia cautelare possa essere ordinata solo attraverso una discussione collegiale. E' un meccanismo che, ripeto, sembra indicare una forte sfiducia verso il controllo diffuso della magistratura.
Sfiducia dettata da cosa?
Dalla consapevolezza di una situazione molto difficile, ma anche dalla paura che l'intervento dei magistrati possa avere un carattere diverso da quello emergenziale adottato da altre istituzioni. Nel decreto si prevede per esempio la sospensione di una serie di normative legate a sicurezza, salute, prevenzione, in una logica che punta anche ad evitare possibili controlli capillari sull'applicazione di queste norme. Probabilmente accentrando tutto si ritiene di poter disporre di un canale più sicuro.
In altre parole il governo vuole avere le mani libere
Io la metterei in maniera diversa. Volendo leggere il decreto nel migliore dei modi, possiamo dire che quello dei rifiuti a Napoli è un territorio limite, una zona grigia nella quale tutto diventa più complicato se c'è un continuo sindacare da parte della magistratura.
Anche messa così ha l'aria di essere un ragionamento ai limiti della legalità.
Al di là della legalità, è sbagliato. E' necessario avere fiducia nelle istituzioni, e fra le istituzioni c'è la magistratura. Invece si manda un segnale opposto.
Venendo al pacchetto sicurezza, qual è il suo giudizio?
Lì i punti di sofferenza sono due. La parte più discutibile riguarda l'intervento penale sugli stranieri che nel decreto legge è l'aggravante per i clandestini che commettono un reato, a cui si aggiunge la norma che punisce chi cede un fabbricato allo straniero. Sul primo punto non saprei dire se si tratta di una norma contraria alla Costituzione, come qualcuno ritiene, ma certamente contrasta con lo spirito della Carta, anche perché tende ad assegnare un disvalore molto forte a situazioni che spesso sono legate al bisogno e alla difficoltà. Per capirci: non possiamo trattare i problema dell'immigrazione con il solo pugno di ferro. Questa è una sciocchezza. Bisognerebbe favorire un approccio molto più articolato che sanzioni chi commette reati ma parallelamente alleggerisca la pressione sugli altri. Il decreto invece accompagna l'aggravamento delle pene con un'altra norma, quella sulle case, francamente eccessiva.
La punibilità per chi affitta un appartamento a un clandestino con sanzioni pesantissime, che vanno dall'arresto alla confisca dell'immobile.
In un contesto di grande incertezza, perché la norma dice: chiunque cede un immobile. Chi è il destinatario di questa norma? La posizione di irregolare, poi, non è facile da controllare. Se io affitto una casa, chi me lo dice se la persona a cui affitto è regolare o irregolare? Se mi dice di aver fatto ricorso al Tar, come mi comporto? Oppure se ha chiesto asilo politico è irregolare? Probabilmente no, ma come lo dimostra?
In pratica si chiede al cittadino di svolgere un ruolo che non è suo.
Non è suo e soprattutto non ha le competenze per svolgerlo. Noi discutiamo nei tribunali per capire quando uno straniero si trova in una situazione di irregolarità o meno, qui invece si chiede al cittadino di giudicare senza sbagliare.
E se sbaglia si vede la casa confiscata.
Esatto. Non mi pare una politica sensata, affianca norme-manifesto a provvedimenti del tutto irrazionali. La logica di colpire in maniera tanto dura, è quella di mettere ancora di più nell'oscurità la parte irregolare degli immigrati.