Clan e rifiuti «Sì ai domiciliari per i Ferraro»
Attenuate esigenze cautelari, in virtù della conclusione delle indagini preliminari e della richiesta di processo con il rito abbreviato depositata formalmente sabato scorso dinanzi al gup Paola Russo. Sono queste le ragioni della scarcerazione di Luigi Ferraro, fratello dell’ex consigliere regionale Nicola, che ieri sera ha ottenuto gli arresti domiciliari in località diversa dalla Campania. Ha fissato la sua dimora, infatti, a Manfredonia, in Puglia, dove la famiglia Ferraro ha alcune proprietà immobiliari. Stessa richiesta era stata avanzata dall’avvocato Giovanni Cantelli anche per il politico dell’Udeur, in carcere dal luglio dello scorso anno, come il fratello accusato di concorso esterno nell’associazione camorristica. Fino alla tarda serata di ieri la decisione del giudice, alla quale è allegato il parere positivo della Dda di Napoli, non era stata ancora depositata. Nicola Ferraro ha invece chiesto di scontare la detenzione domiciliare in una località del Basso Lazio. I fratelli Ferraro, che fino al 2007 hanno gestito la costellazione di società che avevano come capogruppo la Ecocampania - specializzata nello smaltimento dei rifiuti - sono coinvolti nell’inchiesta che va sotto il nome di «Operazione Normandia» con la quale la Procura antimafia di Napoli ha ricostruito il potere mafioso degli eredi di Sandokan e la crescita criminale di Nicola Schiavone, traghettatore del clan verso i lidi della mafia imprenditrice. Impresa nella quale si è fatto accompagnare dal cugino omonimo, addetto al controllo capillare degli appalti pubblici, nell’agro aversano ma anche in territorio vergine: Piana di Monteverna. Negli atti è raccontato anche l’odio profondissimo tra Ferraro e i fratelli Orsi. Il pentito Oreste Spagnuolo, uno degli uomini dell’ala stragista dei Casalesi, ai magistrati aveva infatti parlato di una cena alla quale avevano partecipato sia Setola, sia Luigi Ferraro: «Gigino parlava per conto del fratello quando si incontrava con Setola. Peppe Setola disse testualmente al ”Fucone” poco prima di congedarsi: "Digli a tuo fratello di non preoccuparsi perché fra due giorni ti facciamo un bel regalo"». Due giorni dopo, il primo giugno del 2008, un commando guidato da Peppe Setola uccise a Casal di Principe Michele Orsi.