Rifiuti, arrestati 25 funzionari Indagato il prefetto di Napoli
Ai domiciliari l'ex vice di Bertolaso e l'ad dell'azienda che ha costruito il termovalorizzatore
Terremoto al vertice del Commissariato per l'emergenza rifiuti. Arresti domiciliari per venticinque funzionari e imprenditori che hanno lavorato nella gestione dell'emergenza rifiuti in Campania. Indagato anche il prefetto di Napoli Alessandro Pansa. I giudici sospettano che durante le scorse gestione dell'emergenza, le cosiddette "ecoballe" di immondizia, anzichè essere trattate in impianti termici opportuni, siano finite per essere frantumate e gettate in discariche comuni. In pratica si sarebbero persi tempo e quattrini per produrre "finte" ecoballe, che in realtà sono state trattate come spazzatura comune.
I NOMI DEI 25 ARRESTATI
Sono accusati di truffa allo Stato e traffico illecito di rifiuti i 25 inquisiti. Tra gli arrestati, anche la responsabile del settore sanitario della Protezione civile Marta Di Gennaro, in passato il vice di Bertolaso all'epoca in cui era stato già commissario straordinario per l'emergenza rifiuti. Insieme a lei, sono finiti ai domiciliari Massimo Malvagna, amministratore delegato della Fibe, l'azienda che ha costruito gli impianti di Cdr - combustibile derivato dai rifiuti - in Campania e ha vinto l'appalto per il termovalorizzatore di Acerra, e l'amministratore delegato Ecolog Roberto Cetera e il direttore tecnico Lorenzo Bragantini dell'Ecolog, l'azienda ferroviaria che organizza il trasporto dei rifiuti verso la Germania.
A coordinare le indagini sono gli stessi pm, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che già avevano svolto l'inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio il presidente della giunta regionale della Campania Antonio Bassolino, Pier Giorgio Romiti, ex ad Impregilo e Armando Cattaneo, ex ad di Fibe.
L'indagine è stata denominata "rompiballe" da un'intercettazione telefonica in cui un indagato spiega che le "ecoballe" di immondizia, anzichè essere trattate secondo una procedura prestabilita, venivano frantumate - "rotte" come si dice nella telefonata - e gettate in normali discariche anzichè essere bruciate nei termovalorizzatori.
Il prefetto di Napoli Alessandro Pansa ammette di aver ricevuto un avviso di garanzia, ma si dice sereno, "convinto che gli sviluppi dell'inchiesta chiariranno la correttezza del mio comportamento". "Ho fiducia nella magistratura", ripete il rappresentante del governo, già commissario per l'emergenza nell'epoca post primo mandato a Bertolaso. "Nell'avviso di garanzia - spiega Pansa - la procura mi avverte di essere persona sottoposta a indagini per concorso in falso in atto pubblico, relativamente a un provvedimento da me emesso il 18 dicembre 2007. Ma sono del tutto sereno, e continuerò il mio lavoro di prefetto di Napoli con lo stesso impegno di sempre".